Lampade a led? Super efficienti, ma da trattare con le molle
Lo afferma l’Università della California-Irvine, attraverso il presidente del Dipartimento della salute pubblica e di prevenzione sanitaria che assieme ai suoi colleghi scienziati, sia dell’Università della California-Irvine, che dell’Università della California-Davis, hanno intrapreso una ricerca sui LED che si trovano normalmente in commercio. Hanno così acquistato le diverse luci colorate a base di LED che si usano nel periodo natalizio, le lampade a base di LED dei semafori stradali, le lampadine delle automobili, anch’esse a base di LED, ecc. Poi, le hanno liberate dai loro involucri esterni ed hanno esaminato ed analizzato i componenti chimici dei vari tipi di LED.
I risultati ottenuti e pubblicati nel numero di gennaio 2011 della rivista scientifica: “Environmental Science & Technology“, mostrano che i LED a luce rossa e di bassa intensità contengono quantità di piombo fino a livelli otto volte i valori massimi ammissibili dalla legge mentre quelli ad alta intensità e con luminosità più brillante contengono un numero di contaminanti tossici molto più alto di quelli a bassa intensità. Per quanto riguarda i LED a luce bianca il contenuto di piombo è minore, ma diventa molto elevato, invece, il contenuto di nickel.
Illuminazione a led? Ottima ma prendendo le opportune precauzione. Piombo, nickel, arsenico ed altri contaminanti tossici trovati nei LED rappresentano iinfatti i maggiori fattori di rischio di diversi tipi di cancro e di danno per il sistema nervoso, così come di insorgenza di malattie renali, di ipertensione, di eruzioni cutanee ed altre malattie. Il rame contenuto nei LED rappresenta, inoltre, una minaccia ai pesci ed ai sistemi ecologici dei fiumi e dei laghi, qualora le lampade a LED non siano smaltite in modo sicuro.
Tutto ciò però non significa che se si rompe una lampada a LED e si inspirano i suoi vapori, sopravviene automaticamente un cancro o una malattia grave, ma può rappresentare, però, la classica “goccia che fa traboccare il vaso” qualora esposti ad altri rischi di cancro o di malattie gravi.