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Milano, ancora smog sopra il livello di guardia. E il Codacons fa causa alla Regione Lombardia

14 febbraio 2011 0 commenti

traffico e smogLa pioggia di ieri non ha fatto scendere i livelli di Pm10 sotto la soglia di attenzione. Dunque Milano sfora il limite di 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili, imposto dall’Ue, per il 32esimo giorno di fila, il 40esimo dall’inizio dell’anno. Ieri la centralina Arpa in via Senato ha segnato 153 microgrammi per metro cubo, 137 al Verziere. Anche in provincia la situazione non è migliore: 122 microgrammi per metro cubo a Limito di Pioltello e 77 ad Arese.

Il Codacons, intanto, ha fatto causa alla Regione Lombardia, ex articolo 140 del Codice del Consumo, contro l’installazione di filtri antiparticolato sulle auto diesel. Stamattina al Tribunale di Milano, sezione I, dinanzi al giudice Laura Massari si è tenuta l’udienza di discussione sulle memorie presentate da Codacons e Regione Lombardia. Il giudice, a seguito della discussione, si è riservato.

L’obiettivo del ricorso del Codacons è di accertare gli effetti lesivi provocati dalle delibere della Regione Lombardia n 8/10293 del 7.10.2009 e n. 8/10322 del 13.10.2009 che prevedono l’installazione sugli autoveicoli diesel dei filtri antiparticolato, correggendone gli effetti dannosi. Per l’associazione di consumatori “questi filtri sono più dannosi che benefici per la salute”. E spiega: “degradano le PM10, ma questo non vuol dire che le polveri scompaiano. Il dispositivo è dotato di una sostanza (l’ossido di cerio) che fa sì che le polveri PM10 si agglomerino e assumano dimensioni tali da essere catturate dal filtro”.

Ogni 300-400 chilometri il dispositivo, allerta il Codacons, “deve essere ripulito a pena di restare intasato e il processo avviene a una temperatura tale da sminuzzare le polveri, riducendole a dimensioni molto sottili. Queste polveri poi vengono espulse dal tubo di scappamento e liberate in atmosfera. Dunque, il dispositivo non distrugge nulla: solamente trasforma la polvere da grossolana a più fine rendendola però più aggressiva per la salute, come oramai testimoniato da un’amplissima letteratura scientifica”.

E, insiste l’organizzazione, “se il PM 10 è dannoso, le micro PM prodotte dai dispositivi in questione lo sono ancora di più. Il particolato di dimensioni micro-metriche, infatti, come quelle assunte all’interno del filtro e poi dallo stesso rilasciate, è in grado di entrare nell’organismo in modo assai più dannoso e senza poter essere, almeno in parte, eliminato. Una volta inalato, il particolato di dimensioni nanometriche riesce a passare direttamente dall’alveolo polmonare alla circolazione sanguigna. In conclusione, il sistema non ha capacità anti-inquinanti ma, al contrario, aggrava la situazione ambientale e peggiora la salute dei cittadini”.