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AssoEnergie: lo sviluppo del solare in Italia costa solo 1,67 euro a famiglia al mese. Spiccioli

15 febbraio 2011 0 commenti

imagesUn caffe’ con cornetto, 1,67 euro a famiglia al mese nel 2011: questo il costo che le familie italiane dovranno ‘sopportare’ per sostenere lo sviluppo del fotovoltaico, 20,15 euro l’anno per un totale italiano di 2,26 miliardi di euro. Insomma, cifre ben lontane da quelle ‘terrorizzanti’ diffuse nei giorni scorsi. E ancora, in una operazione per la ‘verita’ solare’, non e’ vero che il settore sia in mano agli speculatori, non e’ vero che il solare sottrae terreno agricolo alle produzioni agroalimentari, non e’ vero che le rinnovabili siano un ‘affare del sud’. Insomma, una raffica di dati che reagiscono alla “macchina del fango” messa in azione contro le rinnovabili “per portare il paese al nucleare”. Una situazione nella quale – e’ stato detto – si diffondono notizie errate sul peso delle rinnovabili in bolletta mentre, con un’analisi seria dei presunti incentivi alle rinnovabili che finiscono in realta’ a fonti ‘sporche’, si potrebbero alleggerire le bollette degli italiani di ben 3 miliardi l’anno.

Questa la ‘controffensiva mediatica’ lanciata oggi dal presidente di AssoEnergie Future Massimo Sapienza con  Francesco Ferrante, senatore Ecodem responsabile delle Politiche per il clima del Pde dal direttore di Legambiente Rossella Muroni.  

Raggiungendo l’obiettivo fissato per lo sviluppo del fotovoltaico in Italia (8mila MegaWatt), si è detto in conferenza stampa, “si taglieranno le emissioni nazionali di gas serra del 5% entro il 2020″, portando l’Italia verso l’obiettivo fissato dal Protocollo di Kyoto. I posti di lavoro creati dal fotovoltaico, “che sono gia’ oggi 15mila (lo stesso numero di addetti di una grande industia nazionale, come ad esempio la Barilla o una volta e mezza Impregilo) saliranno ad un totale valutato tra 210mila e 225mila ni prossimi 9 anni”.

Ma non basta: l’energia dal sole e’ anche un vantaggio per le casse dello Stato, segnalano Asso Energie Future e Grid parity project con Francesco Ferrante, senatore Ecodem Pd e Legambiente, tanto che “il piu’ grande supporter del Conto energia dovrebbe essere il ministro dell’Economia”. Perche’? Perche’ “entro il 2020 l’energia dal sole produrra’ 110 miliardi di euro in termini di ricchezza generale”, portando quindi “alle casse dell’erario circa 50 miliardi di euro nei prossimi 30 anni”.  Il fotovoltaico “e’ un grande assett economico e sociale per il nostro paese: sarebbe grave che l’Italia perdesse il treno delle rinnovabili per ritardi culturali o per favorire interessi di parte”, dice il presidente di Asso Energie Future Massimo Sapienza. In realta’, secondo l’associazione e Grid Parity project, entrambe associazioni di categoria delle rinnovabili, la confusione sul fotovoltaico comincia dal carosello di numeri. A partire da quello degli impianti installati sul territorio nazionale.  Insomma, l’Italia sta veramente per raggiungere l’obiettivo, “per la verita’ piuttosto minimalista”, fissato dal governo per il fotovoltaico, cioe’ 8.000 MegaWatt al 2020?

Il Gse, il Gestore dei servizi elettrici, ha comunicato a gennaio che a fine 2010 risultavano installati 2.800 MW di fotovoltaico (3.200 con gli impianti entrati in esercizio a febbraio), ma esistevano domande di allaccio tali da far prevedere il raggiungimento di quota 7.000 MW a meta’ 2011. “Secondo questi dati, dunque, nel 2010 non solo si e’ registrata una crescita del 160% (altri 1.850 MW arrivando a un totale di 3.000 MW), ma sarebbe da mettere in conto una crescita fino a 7.000 MW”. Una corsa all’installazione che il Gse considera legata alla possibilita’ di riconoscere le tariffe incentivanti 2010 agli impianti fotovoltaici che verranno allacciati alla rete ed entreranno in esercizio entro giugno 2011 purche’ abbiano comunicato la fine dei lavori entro il 31 dicembre 2010 (il cosiddetto meccanismo Salva Alcoa).

“I nostri dati, confortati dalle ricerche di Credit Suisse, Morgan Stanley e Jefferies & Company, indicano pero’ una situazione sensibilmente diversa“, annunciano Asso Energie Future e Grid Parity project, precisando quattro punti su cui i numeri vanno corretti.  

Secondo le valutazioni delle due associazioni, “confermate da quelle dagli organismi internazionali e da Asso Solare, a meta’ 2011 si arriverebbe a 4.700 MegaWatt installati, non a 7.000″. Per raggiungere la quota prevista dal Gse, il Gestore dei servizi elettrici, “bisognerebbe infatti supporre che quasi tutte le richieste gia’ presentate per ottenere gli incentivi 2010 si trasformino in impianti operativi al 30 giugno 2011″. Secondo Morgan Stanley “e’ difficile credere alla suggestione di 4 gigawatt di capacita’ produttiva inutilizzata e non connessa”. Per Jefferies & Company “l’analisi secondo la quale in Italia sono stati installati 5 – 6 GigaWatt (5.000-6.000 MW) nel 2010 e’ inaccurata (…) e’ chiaro che i richiedenti potrebbero non ottenere l’accesso al credito o alla fornitura dei moduli; e’ probabile che una larga percentuale di queste domanda non vada a buon fine. Non prevediamo piu’ di 2,5 gigawatt in Italia nel 2010″.  Cosa e’ successo, allora? “Una parte delle richieste di incentivi e’ stata probabilmente avanzata da chi non aveva il diritto di farlo”, spiegano i presidenti di Asso Energie Future e Grid Parity Project. “Per accedere al secondo conto energia, piu’ conveniente, sono state presumibilmente fatte delle dichiarazioni false o esagerate da alcuni furbi. Inoltre, la confusione e’ stata massima, soprattutto negli ultimi giorni: ci sono domande che sono arrivate e sono state registrate numerose volte. Anche il Gse sta rivedendo le stime, ma intanto il danno e’ fatto”.

“C’e’ anche da osservare che l’obiettivo fissato dal governo per il fotovoltaico, 8.000 MegaWatt al 2020, e’ molto modesto– dicono Grid Parity Project e Asso Energie Future- sarebbe in linea solo con un andamento mediocre del mercato che escluderebbe l’Italia dal gruppo dei paesi in competizione per questo settore della green economy”. Per avere un punto di paragone basta pensare che la Germania, un paese che non ha certo piu’ sole dell’Italia, si e’ data come target, per la stessa data, 52.000 MW e ha installato ad oggi 18.000 megawatt.  “Una manovra squilibrata che prevede un tetto troppo basso e un rallentamento troppo brusco degli incentivi potrebbe effettivamente fermare la corsa a un livello molto basso di potenza installata, bloccando il mercato, scoraggiando gli investitori e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro”, dice Massimo Sapienza, presidente Asso Energie Future, assieme a Grid Parity Project, che chiede che il decreto legislativo sulle rinnovabili che si sta esaminando oggi in Senato, sia corretto in modo tale da “eliminare il limite di 1 MW di produzione su almeno 20 ettari agricoli per il fotovoltaico a terra”. Limiti “non giustificati visto che non c’e’ un’occupazione massiccia di terreno: a oggi, la stima piu’ alta parla di un 50% di pannelli a terra, il resto e’ stato costruito su tetti e coperture- dicono le due associazioni- inoltre i terreni agricoli marginali sono adatti allo sviluppo del fotovoltaico”.

 Ma non basta: Asso Energie Future e GridParity Project chiedono anche “una correzione del decreto mirata alla difesa della qualita’, proprio per evitare una proliferazione eccessiva delle richieste di autorizzazione e garantire professionalita’ e serieta': salvaguardare i progetti in corso, abbandonare il meccanismo delle aste, avviare autorizzazioni semplificate per impianti fino a 1 MW, dare certezza dei tempi stabiliti nelle linea guida”.”Lo sviluppo del solare e’ in mano alle famiglie e non alla grande industria”, affermano Asso Energie Future e Grid Parity Project, “non e’ quindi vera l’accusa secondo la quale la spinta per far avanzare il fotovoltaico viene soprattutto da grandi industrie e multinazionali”. I dati presentati oggi da Asso Energie Future e Grid Parity Project dicono che “il residenziale, cioe’ i pannelli sulle nostre case installati per iniziativa di cittadini, pesa per circa il 34% con 1.566 MegaWatt stimati su un totale di 4.700″. Il settore intermedio dei “privati che hanno investito su terreni o capannoni di proprieta’ (impianti tra 51 chilowatt e 600 chilowatt per un investimento massimo compreso tra 150 mila euro e 2 milioni di euro) pesa per il 38% con 1.786 MW”. Gli operatori finanziari e industriali “pesano per il 28% del totale, con 1.316 MW”. Insomma, “incentivare il solare significa sviluppare in primo luogo la produzione di energia diffusa”. 

 Lo sviluppo del fotovoltaico, poi, “costera’ a partire dal 2011 1,70 euro al mese a famiglia, un costo minore di quello di una veloce colazione al bar per una sola persona“. In compenso, secondo i dati forniti nel 2010 da I-Com, l’Istituto per la Competitivita’ partecipato da tutte le piu’ grandi aziende italiane, “i risultati positivi per l’intero sistema Paese sono enormi: nei prossimi 30 anni, l’energia prodotta dagli 8.000 megawatt installati sara’ incentivata con circa 34 miliardi (valutati a oggi), con un effetto globale sulla ricchezza prodotta di ben 110 miliardi, una previsione di 210 mila nuovi posti di lavoro e un possibile gettito fiscale di 50 miliardi che entrerebbe complessivamente in questi decenni nelle casse dello Stato”.