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Emissioni Co2, l’Europa abbassa i limiti per i veicoli commerciali. Lega contraria: “Privilegiare aspetto economico”

15 febbraio 2011 0 commenti

smogIl Parlamento ha approvato l’accordo raggiunto coi governi nazionali su nuovi limiti alle emissioni di CO2 per i veicoli commerciali europei, accordo che prevede anche incentivi per l’industria alla produzione di furgoni con una migliore efficienza energetica e penalita’ per chi non rispetta le nuove regole. Lo stesso organismo comunitario fa sapere che “dopo il voto positivo del Parlamento, con 534 voti a favore, 117 contrari e 15 astensioni, sulla relazione di Martin Callanan, e una volta formalmente approvata anche dal Consiglio, la nuova legislazione completera’ il quadro normativo comunitario” aggiungendosi alle norme sulle emissioni dei veicoli per passeggeri di due anni fa.

Scopo della normativa, spiegano da Strasburgo, e’ innanzitutto “garantire una migliore qualita’ dell’aria e rispettare gli obiettivi di riduzione dell’impatto del cambiamento climatico”, ma anche incentivare la produzione di furgoni a basso consumo di carburante per aiutare le numerose piccole imprese che li utilizzano. In base all’accordo le nuove regole si applicheranno a tutti i veicoli di nuova fabbricazione, entro le 3,5 tonnellate di peso, carico incluso.

L’accordo prevede un limite di 175 grammi di CO2 per chilometro dal 2014, limite che diminuira’ a 147 grammi di CO2 per chilometro dal 2020. I limiti esprimono la media di consumo fra tutto il parco auto del produttore, mentre le fabbriche che producono meno di 22 mila veicoli nuovi l’anno possono presentare domanda di deroga.

In base all’accordo sui nuovi limiti alle emissioni di CO2 per i veicoli commerciali europei approvato dal Parlamento europeo, fabbricare un furgone con un’emissione minore di 50 grammi di CO2 per chilometro dara’ al produttore un ‘supercredito’, valido per un lasso di tempo limitato. Tale veicolo, infatti, “contera’, per il calcolo della media come 3,5 veicoli per il periodo 2014-2015, 2,5 per il 2016 e infine 1,5 nel 2017, ultimo anno di validita’ del sistema di crediti”. I veicoli di nuova produzione che consumano piu’ dei limiti imposti saranno soggetti a penalita’ fino a 95 euro per grammo dal 2019.

“La legislazione approvata- commenta Martin Callanan, relatore del testo in Parlamento Ue- rappresenta un difficile equilibrio e determina una serie di obiettivi ambientali, ambiziosi ma fattibili, per i produttori”. Per questo, aggiunge, “sono soddisfatto”, perche’ “e’ un buon accordo per ambiente, produttori di furgoni e utilizzatori degli stessi, in tutta l’Ue”.

Il compromesso raggiunto sull’accordo per i nuovi limiti alle emissioni di CO2 per i veicoli commerciali europei “e’ meno ambizioso di quanto la Commissione si aspettava”, e questo su “un diverso numero di punti”. Lo afferma Connie Hedegaard, commissario europeo per le Azioni sul clima, secondo la quale “l’importo delle sanzioni per le trasgressioni sono stati ridotti” e “l’ambizione di lungo periodo e’ stata rivista al ribasso”. Per cui, afferma intervenendo in Assemblea, “credo non sia una sorpresa se dico che avrei preferito un impegno piu’ ambizioso, anche se questo compromesso rappresenta un importante passo in avanti”.

L’accordo licenziato dal Parlamento Ue prevede che dal 2020 il livello medio di emissioni per i veicoli commerciali scenda da 203 a 147 grammi di CO2 per chilometro, il che vuol dire, spiega Hedegaard, “riduzione di 56 grammi di CO2 per chilometro, pari al 28%”. Insomma, l’accordo siglato oggi e’ “poco ambizioso”, ma comunque “e’ un’ulteriore prova dell’impegno dell’Unione europea di lavorare per raggiungere gli obiettivi sul clima”.

LA LEGA VOTA ‘NO’

La Lega Nord ha votato contro il regolamento sui nuovi limiti di emissioni di C02/km per i veicoli commerciali leggeri perche’ ritiene – ha riferito Oreste Rossi, membro in Commissione per l’ambiente – ‘’che l’impatto economico sia eccessivo, rispetto all’insignificante riduzione di CO2 a livello mondiale’’.

Citando pareri dei costruttori di auto, la Lega ritiene che la proposta possa condurre a forti aumenti del costo di un veicolo, a fronte di una riduzione di gas ad affetto serra risibile. Secondo Rossi, la decisione assunta oggi e’ di ‘’ natura prettamente politica che non tiene minimamente conto delle effettive condizioni industriali e di mercato’’.