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Olandesi e danesi campioni della mobilità in bici. Italiani in fondo alla classifica

21 febbraio 2011 0 commenti

bici1Olandesi campioni d’Europa per l’uso della bicicletta, impiegata nel 26% degli spostamenti. Seguono i danesi (19%), tedeschi (10%), poi austriaci (9%), belgi (8%), svedesi (7%), francesi (5%) e italiani (4%). Scegliere la bici come mezzo di trasporto ha i suoi vantaggi: non inquina, e’ un mezzo silenzioso e chi la usa, secondo uno studio danese, e’ in salute come una persona piu’ giovane di dieci anni che non fa moto. In particolare, una regolare attivita’ fisica di questo tipo riduce i rischi di disturbi cardiaci, di sviluppare il diabete e una pressione alta, diminuisce il rischio di sviluppare un tumore al colon e al seno. Ridurre i viaggi in automobile diminuirebbe non solo l’effetto serra, ma anche lo smog, le piogge acide e l’inquinamento acustico.

Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia europea dell’ambiente, il traffico urbano e’ responsabile del 40% della CO2 prodotta dal trasporto su strada e in Europa, nove cittadini su dieci sono esposti ad emissioni nocive piu’ elevate rispetto alla norma.

Triplicando  gli spostamenti in bici a danno dei viaggi su mezzi alimentati a motore, cioe’ passando dal 5% al 15%, per la Federazione europea dei ciclisti si arriverebbe ad un risparmio del 5% delle emissioni del settore trasporti. Con un vantaggio evidente per la salute, l’ambiente, ma anche per il portafogli, contro il caro-carburante. Secondo una stima dell’associazione belga ProVelo invece, percorrendo 6 km al giorno per cinque giorni a settimana, si stima un taglio a persona ogni anno di 196 kg di emissioni di CO2, con un risparmio soldi in benzina. Senza contare i benefici dell’attivita’ sportiva per la salute e le calorie bruciate, equivalenti a circa 48 torte.

In molti paesi i ritarsi sono forti,eppure qualocosa si muove. Dal progetto Eurovelo, della Federazione europea dei ciclisti, che abbina la bici al turismo, fino a ”Presto”, che promuove invece le due ruote in cinque citta’ europee fra cui Venezia, il vecchio continente sta rilanciando sempre di piu’ la bicicletta, il mezzo di trasporto piu’ ecologico del Pianeta, a vantaggio della salute e dell’ ambiente.

Con ”Presto”, le citta’ scese in campo sono impegnate a promuovere la mobilita’ sulle due ruote negli spostamenti di tutti i giorni, pianificare infrastrutture migliori, ma anche far conoscere le bici a pedalata assistita, adatte ad un target di persone piu’ ampio e a zone collinose, caratterizzate da salite e discese. Tre le categorie delle citta’ partecipanti: dalle campionesse, passando per le ”scalatrici”, fino alle principianti. Zagabria (Croazia) e Tczew (Polonia) hanno la quota di spostamenti in bici piu’ bassa, rispettivamente dell’1% e del 2%, e stanno lavorando per sviluppare la rete di piste ciclabili e campagne informative alla popolazione. Poi ci sono le citta’ ”scalatrici”, cioe’ Grenoble (Francia) e Venezia Mestre, dove ad usare la bici per gli spostamenti sono nel primo caso l’8% degli abitanti e nel secondo circa il 20%. Qui l’idea e’ quella di aumentare queste percentuali e favorire nuovi percorsi ciclabili, feste dedicate alla bici, creando una precisa strategia promozionale, ma anche analizzare i luoghi in citta’ piu’ a rischio incidente e proporre soluzioni. Prima della classe del progetto e’ Brema (Germania), dove un quarto degli abitanti usa le due ruote per viaggiare in citta’, e che oggi punta sull’innovazione dei mezzi, come quelli a pedalata assistita, ma cerca anche di favorire la nascita di parcheggi per i ciclisti.

Il filo rosso di Eurovelo invece e’ quello di rilanciare l’ accoppiata fra bici e turismo, puntando allo sviluppo di una rete di 66mila km di itinerari ciclabili, di cui 45mila gia’ disponibili. Lo scopo e’ quello di assicurare una elevata qualita’ dei percorsi ciclabili in tutti i paesi europei, con uno scambio di ”buone pratiche”, facendo conoscere i possibili itinerari ai governi e ai cittadini. Tutto per incoraggiare in tutta Europa i viaggi sulle due ruote, soprattutto dove non hanno ancora preso piede. E’ il caso dell’itinerario mediterraneo, che sui 12 promossi dalla rete di Eurovelo, risulta piu’ difficile rispetto a quelli del Nord Europa, per la carenza di infrastrutture dedicate alle bici e di strade secondarie, piu’ adatte rispetto alle grandi strade trafficate.