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Confindustria sostiene le rinnovabili. Ma bisogna ridurre gli incentivi. “Solo così migliorerà il funzionamento degli impianti”

25 febbraio 2011 0 commenti

energia solare“Le fonti rinnovabili possono essere motore di sviluppo solo se gli incentivi si riducono nel tempo. Perché soltanto se si riducono stimolano a migliorare il funzionamento dei pannelli fotovoltaici e delle pale eoliche, ad esempio. E quindi a ridurre i costi”. Parola di Aldo Fumagalli, presidente della commissione Sviluppo sostenibile di Confindustria, che oggi e’ intervenuto durante un convegno sulle politiche energetiche organizzato dalla confederazione di Modena.

L’Italia, osserva, “ha gli incentivi piu’ alti d’Europa. Adesso in qualche caso bisogna ridurli anche in maniera drastica”. Il nostro Paese, infatti, spende “otto miliardi di euro all’anno in incentivi per le fonti rinnovabili”, spiega alla platea degli industriali. E propone di stanziare invece “1,5 miliardi di incentivi per l’efficienza energetica. In Italia abbiamo 400.000 aziende e tre milioni di occupati che lavorano sel settore manifatturiero nell’efficienza energetica, che lavorano cioe’ affinche’ le cose che facevo fino a ieri posso farle consumando meno energia”, fa sapere Fumagalli.

E il rapporto del Ricerche industriali ed energetiche (Rie) gli da’ ragione: “La forte crescita delle rinnovabili generera’ due effetti perniciosi. Scaricherà sulle bollette incentivi stimabili al 2020 in sette miliardi di euro l’anno e acuira’ l’eccesso di potenza elettrica a livelli superiori di oltre due volte la domanda di punta”. Fumagalli, infine, rilancia l’idea del nucleare: “E’ una grande occasione per l’Italia- afferma- il nucleare e’ una sfida da fare. Muovera’ le risorse migliori del Paese”.