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Rinnovabili: si cerca una intesa per un decreto meno penalizzante

2 marzo 2011 0 commenti

Paolo RomaniUltimi round per il decreto sulle rinnovabili prima del prossimo Consiglio dei Ministri.

Si lavora per arrivare a un’intesa entro questa sera. Nodo caldo del provvedimento lo stop agli incentivi sul solare, fissato dalla bozza della proposta di decreto al 1/o gennaio 2014 o al raggiungimento degli 8.000 Mw, che ha scatenato la sollevazione del mondo imprenditoriale e delle associazioni ambientaliste.

Il decreto, ha assicurato ieri il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, intervenendo in tarda serata sulla questione dopo che in giornata c’e’ stata una riunione a Palazzo Chigi, ”deve andare” al prossimo Consiglio dei Ministri. ”Il provvedimento e’ abbastanza complesso. Oggi – ha aggiunto Romani – c’e’ stata una riunione a Palazzo Chigi e domani (oggi per chi legge. ndr) ci sara’ un incontro tra me, il ministro Galan e il ministro Prestigiacomo, spero a conclusione del lavoro dei tecnici. Mi auguro che sia pronto e che si possa trovare un’intesa entro domani sera”.

Da Brindisi, a margine dell’inaugurazione del primo impianto in Italia di stoccaggio della Co2 alla centrale Enel di Cerano, era intervenuta in mattinata il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che ha parlato di un lavoro per un ”testo condiviso”. ”Non c’e’ nessun tetto di 8mila megawatt, e’ solo un obiettivo che si e’ dato il nostro Paese, non e’ un obbligo”, ha detto la titolare dell’Ambiente spiegando che ”gli incentivi non potranno che essere confermati ma e’ ovvio che, con l’evoluzione delle tecnologie e del mercato, devono diminuire, ed e’ ovvio che le fonti rinnovabili devono confrontarsi con il mercato”. Il provvedimento del Governo, ha quindi aggiunto Prestigiacomo, ”andra’ in questa direzione ma non sovvertira’ l’impegno per le fonti rinnovabili”.

L’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, ha posto quindi l’accento sulla necessita’ di una gradualita‘. ”C’e’ una certa gradualita’ che va inserita nel meccanismo e penso che quello che sta accadendo in questi giorni – ha detto Conti – e’ che si cerca una gradualita’ per favorire lo sviluppo tecnologico, con l’obiettivo di avere, in un numero ristretto di anni, la grid parity, lo stesso costo delle rinnovabili e del termoelettrico”. A difesa degli incentivi in campo l’opposizione e gli imprenditori. Per Roberto Menia (Fli) ”la fretta di Romani e’ incomprensibile”; Luciano Sardelli, a nome del gruppo parlamentare di Iniziativa Responsabile chiede un incontro urgente al ministro dello Sviluppo Economico; per la Segreteria del Pd lo stop agli incentivi sarebbe un ”grave errore”. ”Forte preoccupazione” viene espressa dalla Rete Imprese Italia, l’organizzazione delle Pmi che associa Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti mentre i comuni italiani (Anci) chiedono a Romani di accogliere le integrazioni al decreto. Asso Energie Future punta sull’occupazione: l’ industria dell’eolico e del fotovolotaico impiega ”in Italia 42.000 addetti e centinaia di migliaia nell’indotto, 100.000 solo nel fotovoltaico: oggi queste famiglie rischiano la disoccupazione o una brusca diminuzione del reddito”. No infine dal Consiglio Nazionale degli Architetti a qualsiasi limitazione indiscriminata alle rinnovabili. Tre i nodi del provvedimento: stop agli aiuti dal gennaio 2014 oppure al raggiungimento del ‘tetto’ al fotovoltaico a 8.000 MW (che secondo gli ambientalisti avverra’ gia’ dall’estate prossima); taglio retroattivo del 30% per gli incentivi per l’ eolico; sistema di aste al ribasso per i nuovi impianti.