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Proposta bipartisan: armiamo le guardie venatorie volontarie

6 marzo 2011 0 commenti

guardie-venatoriePistole e fucili per le guardie venatorie volontarie, alle quali vanno riconosciute funzioni di polizia giudiziaria. Lo prevede una proposta di legge bipartisan che vede come primo firmatario Domenico Scilipoti di Iniziativa responsabile e che è stata sottoscritta da esponenti del Pdl, del Pd e dell’Italia dei Valori.

 Il campo d’azione delle guardie venatorie è rappresentato da boschi, aree protette, parchi, luoghi in cui, sottolinea Scilipoti «si possono incontrare persone oneste ma anche bracconieri, piromani, persone che inquinano e deturpano l’ambiente, persino delinquenti e latitanti». La guardia venatoria, però, «molto spesso non può intervenire perchè manca una normativa che riconosca la qualifica di agente di polizia giudiziaria nell’attività di vigilanza ambientale e venatoria».  E, soprattutto, in circostanze particolarmente critiche non può intervenire perchè non è armata, anche se la regolamentazione sul porto d’armi, spiega Scilipoti, «comporta l’applicazione di regole differenti tra una Prefettura con evidenti discriminazioni non giustificate e non giustificabili».Da qui, la necessità di consentire comunque alle guardie venatorie l’uso di armi per le attività di vigilanza e per legittima difesa. Una necessità, quella di armare le guardie venatorie volontarie, perchè, sottolinea Scilipoti, «esiste la possibilità di ritorsioni da parte degli autori dei reati che può essere agevolata dalla
consapevolezza che la guardia venatoria volontaria non può avere, nella stragrande maggioranza dei casi, armi con sè».

 «Fino ad ora le questure e le prefetture -argomenta Scilipoti- hanno gestito la situazione della difesa personale delle guardie volontarie in modo non omogeneo, applicando circolari incerte,
contraddittorie e oscure. Ad esempio: se la difesa personale è ammessa per una guardia volontaria della provincia di Messina, lo stesso non accade nella provincia di Palermo».  Occorre quindi intervenire per legge con lo scopo di «evitare ogni discriminazione e ingiusta lesione nei confronti delle guardie venatorie volontarie» e di «riconoscere il loro status di polizia giudiziaria da aggiungere a quello di pubblico ufficiale». Allo stesso tempo, poichè le guardie venatorie volontarie, «senza alcun aggravio, svolgono funzioni dello Stato nell’interesse collettivo», va loro riconosciuto «un merito di servizio sotto forma di punteggio aggiuntivo» da utilizzare anche nei concorsi pubblici nel comparto sicurezza.