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Rifiuti speciali, parte a giugno il progetto Sistri. Sarà la volta buona?

8 marzo 2011 0 commenti

rifiuti1Sara’ operativo dall’1 giugno il Sistri: il sistema di controllo della tracciabilita’ dei rifiuti. Il sistema permettera’ il controllo “in tempo reale” dei rifiuti speciali. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, nella conferenza stampa di presentazione del Sistri.  

Realizzato in collaborazione con Selex (gruppo Finmeccanica), il Sistri prevede un dispositivo elettronico Usb per l’accesso al sistema, la trasmissione dei dati e la memorizzazione delle informazioni. Prevede inoltre una scatola nera da installare su ogni veicolo che trasporta rifiuti speciali per monitorare il percorso del carico. Infine sono previste apparecchiature di videosorveglianza installate negli impianti di conferimento.   Prestigiacomo parla di “rivoluzione” nella gestione dei rifiuti. Sottolineando che “dall’1 giugno non ci saranno piu’ sconti” il che significa che “non saranno concesse piu’ proroghe”. L’adesione al Sistri e’ infatti obbligatoria per tutte quelle imprese che producono rifiuti speciali.

Il Sistri e’ costituito da tre fasi: una prima in cui le aziende compilano on-line, attraverso inserimento di dati in appositi moduli che poi saranno salvati sulla chiavetta Usb, le pagine relative alla tipologia di rifiuti da smaltire, il quantitativo, l’impianto di smaltimento. A questa si aggiunge una seconda fase, in cui i trasportatori compiono le medesime operazioni dei produttori di rifiuti. I dati vengono immessi nella chiavetta Usb, che verra’ inserita dal conducente del mezzo sulla scatola nera installata sul suo mezzo. C’e’ quindi una terza fase in cui i carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) controllano che il percorso dichiarato corrisponda effettivamente a quello compiuto dai camion. Attraverso l’analisi dei dati e il rilevamento del mezzo e’ dunque possibile monitorare in qualunque momento l’ubicazione dei rifiuti.


 Tutto questo, sottolinea il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, “rende estremamente piu’ difficili, abusi, truffe, smaltimenti illeciti”. Prestigiacomo sottolinea che “ho parlato di rivoluzione a ragion veduta”, perche’ “come definire altrimenti un progetto che ad oggi coinvolge oltre 300 mila aziende, piccole medie e grandi, che producono rifiuti e 22 mila imprese di trasporti?”. La grandezza del Sistri sta proprio nei numeri, sottolinea il ministro. Il progetto “implica la distribuzione di quasi 600 mila dispositivi elettronici fra chiavi Usb e ‘black box’ per i mezzi”, e prevede “il monitoraggio continuo di circa 500 siti di smaltimento fra impianti di incenerimento e coincenerimento e discariche”. E non ci sono stati problemi. “Si e’ parlato di malfunzionamenti, ma sono state sostituite 1.300 chiavette su 490 mila”, sottolinea Prestigiacomo.

 Il Sistri, continua il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, non significa solo legalita’ e trasparenza nella movimentazione dei rifiuti nel nostro Paese, e quindi “una piu’ incisiva lotta alle ecomafie”. Il Sistri e’ infatti anche un esempio di come “la semplificazione e la informatizzazione delle procedure amministrative possa indurre risparmi considerevoli per gli utenti”. Perche’ “quando andra’ a regime, il Sistri determinera’ dei costi decisamente inferiori rispetto all’attuale sistema cartaceo”.   Un’indagine condotta dal ministero della Pubblica amministrazione e dell’Innovazione ha rilevato che il costo complessivo del sistema cartaceo in tema di rifiuti per le sole piccole e medie imprese e’ pari a circa 671 milioni di euro l’anno con un costo medio per singola impresa, con numero di addetti compreso tra 5 e 249, pari a 1.183 euro l’anno e per imprese con numero di
addetti inferiori a 5 pari a 464 euro.


Complessivamente, spiega il ministro, “e’ possibile stimare per le imprese da 5 a 249 addetti un costo medio di 300 euro, e per quelle fino a 5 addetti un costo medio di 60 euro con un risparmio di spesa nell’ordine di almeno il 70-80%”.  Per il Sistri, ricorda Prestigiacomo, “abbiamo speso 5 milioni di euro per la fase d’avvio”, ma da adesso in avanti il sistema “si autofinanzia”, grazie alle spese d’iscrizione delle imprese e al
pagamento da parte delle stesse dei dispositivi. Il progetto, conclude Prestigiacomo, “era stato avanzato dalla sinistra, noi lo abbiamo ripreso, per cui non capisco perche’ tutte queste polemiche”.