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Clima: per la Commissione Ue un taglio delle emissioni almeno dell’80% al 2050 è realistico

9 marzo 2011 0 commenti

UeLa Commissione Europea adotta una tabella di marcia volta a fare dell’Unione europea un’economia competitiva a basse emissioni di carbonio entro il 2050, per ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell’80-95% rispetto ai livelli del 1990.

Bruxelles lancia l’iniziativa convinta che “guidare il passaggio, a livello planetario, a un’economia a bassa emissione di carbonio e efficiente nell’impiego delle risorse comportera’ notevoli vantaggi per l’Ue”. E sul fronte dei tagli alle emissioni avverte: “il cap dell’1,74% non viene cambiato entro il 2020″.  Lo dice Nathalie Creste Manservisi, capo unita’ DG Clima della Commissione europea, che ha illustrato i contenuti della ‘tabella di marcia’ alla rappresentanza della Commissione Ue a Roma, spiegando che c’e’ “bisogno di una strategia a basso contenuto di carbonio per il 2050″ costruendo “il quadro di riferimento per un’azione a piu’ lungo termine”. Pero’, “non e’ assolutamente una richiesta di un ulteriore sforzo, ma la richiesta di essere ‘bravi come si deve’ da qui al 2020′ Fissando “stadi intermedi verso l’obiettivo del 2050″, segnala Creste Manservisi, c’e’ il “bisogno di rivedere gli sviluppi su base regolare”, tenendo presente che un “80% riduzione interna nel 2050 e’ possibile, con le attuali tecnologie disponibili, con un cambiamento dei comportamenti indotto dai prezzi”, spiega la capo unita’ DG Clima, “se tutti i settori economici contribuiscono”. E, sottolinea, “la Roadmap 2050 non cambia nulla, non chiede nulla di piu’ se non di rispettare gli impegni del 20-20-20″, anzi, “piu’ si fa presto meno costa”. ottenendo “una ridondanza dei benefici se si e’ ‘bravi allievi'”, in cio’ “tornando solo ai livelli di riduzione pre-crisi del 2008″.

Verso l’obiettivo di un 80% riduzione interna nel 2050, spiega Nathalie Creste Manservisi, capo unita’ DG Clima della Commissione Europea, va costruito un “percorso efficiente”, costruito a tappe: “meno 25% nel 2020, meno 40% nel 2030, meno 60% nel 2040″. In questo percorso l’efficienza energetica “e’ il contributo singolo piu’ importante in particolare sino al 2020″, spiega Creste Manservisi, ed e’ “essenziale anche a breve termine”. Pero’, tiene a sottolineare, “non e’ assolutamente una richiesta di un ulteriore sforzo, ma la richiesta di ‘essere bravi’, come si deve, da qui al 2020″.  La tabella di marcia proposta dalla Commissione Ue conferma “il ruolo chiave dell’efficienza sino al 2020 e oltre” ma le politiche attuali “risultano solo in un aumento efficienza energetica del 10%”, avverte la capo unita’ DG Clima della Commissione Ue, segnalando pero’ che gli “sforzi verso l’obiettivo di efficienza del 20% risulteranno in una riduzione gas serra del 25%”.  Certo, bisognera’ investire. “Il livello dell’investimento interno aggiuntivo e’ di 270 miliardi di euro l’anno durante il periodo 2010-2050- spiega Creste Manservisi- equivalente all’1,5% del Pil, per un investimento totale del 19% del Pil nel 2009)”. Di questa cifra fanno parte per la voce costruzioni (edifici e elettrodomestici) 75 miliardi, per quella trasporti (veicoli e infrastrutture) 150 miliardi, per il capitolo energia (produzione elettrica, rete) 30 miliardi

 L’investimento nell’economia e nell’occupazione Ue, create dalla tabella di marcia ‘Clima 2050′, avverte Nathalie Creste Manservisi, capo unita’ DG Clima della Commissione Europea, “non e’ un costo” e d’altronde “rinviare l’azione aumenta i requisiti dell’investimento generale”.  Le misure proposte dalla Commissione europea portano degli evidenti vantaggi, ad esempio “un risparmio sui combustibili da 175 a 320 miliardi di euro di media per anno nel 2010-2050- segnala Creste Manservisi- rispetto ai 270 miliardi di investimenti”. Inoltre, si realizzerebbe “un consumo primario di energia circa 30% al di sotto dei livelli del 2005, senza incidere negativamente sui servizi energetici”, con l’effetto di “rendere l’economia Ue piu’ sicura dal punto di vista energetico, dimezzando le importazioni di petrolio e gas rispetto alla situazione attuale”. Oltre a realizzare una “salvaguardia contro gli impatti macroeconomici di rialzi futuri dei prezzi energetici”, si avrebbero anche “benefici sulla qualita’ dell’aria e la salute pari a 27 miliardi nel 2030 e 88 miliardi nel 2050″.
 Altro effetto collaterale dell’applicazione della tabella di marcia proposta e’ la creazione nuova occupazione, “a breve termine nella ristrutturazione edilizia, produzione di materiali di isolamento, industria delle rinnovabili- avverte la capo unita’ DG Clima- con un potenziale per la creazione nuovi posti di lavoro sino a 1.5 milioni entro il 2020″. Le prospettive occupazionali a lungo termine “dipendono da condizioni favorevoli del quadro economico”, ad esempio dalle “spese su ricerca e sviluppo tecnologico, innovazione, imprenditorialita’, nuove professioni, investimenti”, raccomanda Creste Manservisi. Le nuove sfide si concentrano ora nella necessita’ di “assicurare il raggiungimento dell’obiettivo di efficienza energetica del 20% nel 2020, e in questo contesto usare il ruolo del sistema di scambio delle emissioni- spiega Nathalie Creste Manservisi, capo unita’ DG Clima della Commissione Europea- e assicurare chiarezza ad investimenti a lungo termine, specialmente nei settori Ets”. E’ necessario “definire il quadro di riferimento politico 2020 – 2030″ e facendo cio’ “considerare di rivedere al rialzo la riduzione lineare del 1.74% delle emissioni per raggiungere il meno 80% di emissioni di gas serra nel 2050″. Pero’, tiene a precisare la capo unita’ DG Clima, “il cap dell’1,74% non viene cambiato entro il 2020, ne’ si dice che verra’ cambiato: nel caso si potra’ vedere”.  Non va trascurata la necessita’ di “mettere a punto misure per proteggere le industrie vulnerabili contro rilocalizzazione delle emissioni di carbonio nel caso di azioni frammentate”, sottolinea Creste Manservisi.
 Ora i prossimi passi prevedono di presentare la Tabella di Marcia 2050 al Consiglio Europeo, al Parlamento Europeo e alle altre istituzioni coinvolte. Passo successivo sara’ la discussione al Consiglio informale ambiente, a Budapest il 26 marzo, e concludere il dibattito con gli stati membri a giugno. Passo successivo sara’ quello della preparazione di tabelle di marcia settoriali: Libro Bianco sui Trasporti (fine marzo), Tabella di marcia Energia 2050 (autunno 2011), iniziative industriali specifiche. Infine, gli stati membri mettono a punto strategie nazionali a lungo-termine per un sviluppo a basse emissioni di carbonio, con l’obiettivo di presentare la Tabella di marcia 2050 ai partner internazionali per rinvigorire i negoziati nella preparazione della Cop 17 di Durban.