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Sisma in Giappone: il peggiore della storia del Paese, settimo a livello mondiale. Distruzione ovunque

11 marzo 2011 0 commenti

Japan earthquake

È stato il peggiore nella storia nazionale, e il settimo più grave di sempre a livello mondiale, il possente terremoto che nel primo pomeriggio di oggi ora locale, quando in Italia non erano ancora le 7 del mattino, ha investito le coste nord-orientali del Giappone, Tokyo compresa.

Il sisma ha raggiunto un’intensità di ben 8,9 gradi sulla scala aperta Richter e, oltre a generare uno ‘tsunami’ che nel porto di Sendai è arrivato a un’altezza di addirittura 10 metri, ha anche fatto risorgere l’incubo di un disastro nucleare.

SOS CENTRALI ATOMICHE – Il movimento tellurico, e le onde anomale che si è trascinato dietro, hanno infatti travolto tutto quanto incontravano lungo il loro incedere: undici centrali atomiche più prossime alle aree disastrate sono allora state chiuse, la metà delle quali grazie al blocco automatico controllato.

L’Aiea, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, ha assicurato che le operazioni di spegnimento sono state completate correttamente e senza rischi, e che nell’impianto di Onagawa è stato estinto un incendio divampato in una turbina. Intorno a un’altra centrale, quella di Fukushima nella prefettura omonima, le autorità hanno però ordinato l’evacuazione di circa seimila persone residenti nel raggio di 2 chilometri dalla centrale; e l’agenzia Onu ha reso noto di essere stata informata dal governo di Tokyo, che pure ha negato qualsiasi fuga di radioattività, del fatto che il livello di allerta nella zona è stato ulteriormente innalzato. Comunque la situazione nell’impianto sembra tornare alla normalità. Più in generale è stato proclamato lo stato di emergenza nucleare ma, ha sottolineato il premier Naoto Kan, soltanto per consentire una più spedita adozione dei provvedimenti urgenti del caso.

IL BILANCIO DELLE VITTIME – Difficile in un quadro del genere fornire un bilancio attendibile delle vittime. Tra 200 e 300 cadaveri sono stati ritrovati su una spiaggia di Sendai, nell’isola di Honshu nel nord-est del Giappone, colpita dallo tsunami. Un’intera casa di riposo, coi suoi 30 anziani residenti è stata spazzata via in un villaggio nella prefettura di Iwate. Una diga nella prefettura nord-orientale di Fukushima ha ceduto e le acque hanno travolto le case a valle.

Il computo ufficiale al momento parla di 310 morti e 350 dispersi, ma pare largamente sottostimato: oltretutto mancano all’appello anche le cento persone che si trovavano a bordo di una nave, letteralmente spazzata via dallo ‘tsunami’ generato dal sisma, e i circa altrettanti passeggeri di un treno che sembra essersi dissolto nel nulla mentre era in viaggio lungo il litorale. Incalcolabile al momento il numero dei feriti.

Non solo il Giappone ha comunque dovuto fare i conti con le conseguenze del terremoto: gli allerta ‘tsunami’ si sono susseguiti da una sponda all’altra dell’Oceano Pacifico, dalla Siberia e dalle isole Curili in Russia, alle Hawaii e all’Alaska negli Stati Uniti; da Taiwan, dalle Filippine e dall’Indonesia fino all’Australia e alla remota Nuova Zelanda, reduce da un recente cataclisma analogo. L’allarme è scattato in tutte le micro-nazioni dell’Oceania, e si è esteso all’America Latina, dal Messico al Cile. Stato di emergenza in Ecuador.

I SOCCORSI – Sono 300 gli aerei e 40 le navi giapponesi pronte a partire per i soccorsi delle vittime del sisma.

SPOSTATO L’ASSE TERRESTE – L’impatto del terremoto che ha colpito il Giappone stamattina avrebbe spostato l’asse di rotazione terrestre di quasi 10 centimetri. E’ il risultato preliminare di studi effettuati dall’Ingv, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. L’impatto di questo evento sull’asse di rotazione, spiega l’Ingv, è stato molto maggiore anche rispetto a quello del grande terremoto di Sumatra del 2004 e probabilmente secondo solo al terremoto del Cile del 1960.

LE ONDE DELLO TSUNAMI – Uno ‘tsunami’ di 4 metri ha ben presto colpito il litorale settentrionale dell’isola di Honshu, la principale dell’arcipelago giapponese. Un altro potente tsunami di 7,30 metri e’ stato appena registrato a Soma, nella prefettura di Fukushima. Lo riferisce l’Agenzia meteorologica giapponese. Altro tsnuami di 10 metri ha colpito la costa della città di Sendai, nel nord-est del Giappone. Lo tsunami ha inondato l’immenso parcheggio immenso del centro giochi Disneyland situato nella regione di Tokyo.

Nella capitale è stato chiuso l’aeroporto internazionale di Narita; i grattacieli hanno oscillato violentemente, scatenando il panico tra la popolazione, mentre almeno sei focolai d’incendio sono divampati in porto. Lesioni a causa del crollo di un tetto hanno riportato molte persone che stavano partecipando a una cerimonia di laurea. A Miyagi, capoluogo dell’omonima prefettura, l’acqua dal mare si è riversata all’improvviso nelle strade, trascinando via con sè auto e cartelloni pubblicitari. Il porto si è riempito di carcasse di veicoli.

OBAMA OFFRE AIUTO – Il Presidente americano Barack Obama ha annunciato che gli Stati Uniti sono “pronti ad aiutare il popolo giapponese”. Un portavoce del Pentagono, Leslie Hullryde, ha detto che le forze armate Usa sono pronte a intervenire in soccorso delle popolazioni colpite dallo tsunami in Giappone, ma che non è arrivata ancora una richiesta ufficiale di aiuto dal governo giapponese. La VII Flotta della Marina Usa è di stanza a Sasebo, in Giappone, che però è sulla costa occidentale che non è stata colpita dallo tsunami. Una nave militare è pronta a partire per la zona del disastro già stasera e altre sono in arrivo, ha reso noto il dipartimento della Difesa. La portaerei nucleare Ronald Reagan, in navigazione verso la Corea nel Pacifico occidentale, potrebbe prendere parte ai soccorsi nei prossimi giorni. In totale sono 38 i paesi del mondo che hanno immediatamente offerto aiuto e solidarietà. Lo riferisce il ministero degli Esteri nipponico, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Interfax. Alle 16 italiane di oggi, tra gli altri, avevano offerto aiuto anche gli Stati uniti, la Cina, la Corea del Sud e l’Australia. Per l’Italia, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha offerto al governo giapponese “aiuto” e “assistenza”.