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La Germania chiude le sue due centrali nucleari piu vecchie

15 marzo 2011 0 commenti

germanySchiacciata tra l’incudine del disastro atomico di Fukushima, in Giappone, e il martello delle pressanti proteste antinucleariste in Germania, la cancelliera tedesca Angela Merkel (Cdu) ha annunciato la chiusura di due impianti e una moratoria di tre mesi sulla decisione dell’anno scorso di prolungare la vita delle centrali del paese ben oltre la scadenza fissata nel 2001 dall’allora governo Schroeder (Spd).

La Germania, quindi, opta per una pausa di riflessione alla luce della ‘catastrofe’ provocata dal terremoto in Giappone e chiude gli impianti piu’ vecchi: Biblis A in Assia (ovest) e Neckarwestheim I nel Baden-Wuettemberg (sudovest), che sono ancora aperti solo grazie alla decisione di allungare la vita di tutte le centrali. Ma c’e’ chi sospetta che dietro gli annunci odierni si celi la paura di perdere le prossime elezioni regionali, che a loro volta potrebbero segnare il destino della coalizione (Cdu-Csu, Fdp) anche alle politiche del 2013. Intanto, nel paese sale la protesta. Dopo le dimostrazioni di sabato nel Baden-Wuerttemberg, oggi oltre 100 mila persone sono scese nelle piazze di oltre 450 citta’ per chiedere la chiusura di tutti gli impianti. La moratoria sul previsto prolungamento della vita dei siti, servira’ a effettuare ”senza tabu’, un’ampia verifica della sicurezza degli impianti nucleari”, ha spiegato la Merkel, sottolineando che l’energia nucleare resta comunque ”una tecnologia ponte” in attesa di sviluppare ulteriormente il settore delle rinnovabili, che sono sempre una ”priorita”’.

Nel 2010 il Parlamento ha approvato il piano energetico della Germania, che di fatto ha annullato la decisione di chiudere le 17 centrali tedesche entro il 2022, presa nel 2001 da una coalizione di centrosinistra (Spd e Verdi) guidata dall’allora cancelliere socialdemocratico Gerhard Schroeder. Il pacchetto prevede infatti di tenere in vita gli impianti di una media di 12 anni in piu’, spostando il previsto abbandono del nucleare al 2035, oltre ad aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili dal 16% all’80% del fabbisogno entro il 2050. Nei prossimi tre mesi una task force di esperti esaminera’ la sicurezza delle centrali.

In Germania molti si chiedono se il governo – che ieri non ha annunciato alcuna modifica legislativa – sia veramente disposto a fare marcia indietro. Secondo Greenpeace, niente affatto. L’annuncio odierno ”non e’ altro che un tranquillante per i cittadini – ha commento Tobias Riedl, esperto di energia atomica dell’organizzazione -. Dopo questi tre mesi, quando saranno passate le elezioni regionali, la Merkel tornera’ al calendario attuale”. La Cdu e’ gia’ stata battuta il 20 febbraio ad Amburgo e per il partito i prossimi appuntamenti elettorali regionali sono molto importanti. Tra questi, il 20 marzo si vota in Sassonia-Anhalt (est), dove i conservatori governano insieme alla Spd, e il 27 marzo nel Baden-Wuerttemberg, dove sono al potere insieme alla Fdp e dove proprio questo fine settimana circa 60 mila persone sono scese in strada per protestare contro il nucleare