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A Fukushima prosegue la battaglia, con esito incerto

18 marzo 2011 0 commenti

fukushima1Il tentativo di mettere sotto controllo i reattori di Fukushima 1 prosegue con esito contrastante.

Del vapore, presumibilmente radioattivo e’ stato visto alzarsi nella mattinata di venerdì (notte in Italia) dai reattori n.2,3 e 4 della centrale nucleare di Fukushima. Lo ha detto un portavoce dell’Agenzia per la sicurezza nucleare del Giappone.

Il portavoce ha aggiunto però che i tentativo di immettere acqua effettuati ieri hanno avuto un certo successo e che c’e’ ancora dell’acqua nella vasca di raffreddamento del combustile nucleare spento del reattore n.3.

La giornata di ieri era cominciata con una cattiva notizia, una delle tante in questa lotta contro il tempo per scongiurare la catastrofe nucleare, quando con fiducia si pensava al contenimento del reattore n4, messo a ‘dormire’ e risvegliatosi per la concentrazione radioattiva degli altri.

“Nella centrale di Fukushima il vero mostro e’ il n°3″ hanno detto le autorità nipponiche, molto preoccupate anche perchè quel reattore è alimentato con Mox, il combustibile che e’ una miscela di uranio e plutonio, altamente radiattivo. La messa in sicurezza del reattore n3 ”e’ la priorita”’, ha messo in chiaro il portavoce del governo, Yukio Edano, poco dopo l’intervento di 2 CH 47 della Self-Defence Forces, le Forze armate nipponiche, sui reattori 3 e 4, con lo scopo principale di fornire acqua alle vasche di stoccaggio degli elementi di combustibile.

Gli elicotteri hanno effettuato 4 lanci di 7.5 tonnellate di acqua ciascuno. I lanci non sono certo sembrati accurati, ma i gipponesi hanno sostenuto che ha avuto un certo effetto. La stessa operazione e’ stata poi effettuata con gli idranti fino al tardo pomeriggio.

La radioattivita’ era data in aumento, almeno nell’immediato, ma progressivamente la radioattività è scesa, concedendo agli esperti il tempo prezioso per completare oggi il ritorno dell’elettricita’ e dell’acqua nelle piscine di stoccaggio.

Sarà vero? Sono molti i dubbi sulle informazioni diffuse dal governo giapponese e diversi paesi, come gli Usa (che hanno autorizzato l’evacuazione delle famiglie del personale d’ambasciata) e Corea del Sud, hanno invitato i propri cittadini ad allontananrsi almeno dal raggio di 80 km dalla centrale di Fukushima. Anche il governo italiano, dopo Francia e Regno Unito, ”sta considerando la possibilita’ di facilitare il rimpatrio di connazionali in situazioni di elevata vulnerabilita”’.

Nell’annunciare i piani d’emergenza per destinare da centro e sud del Paese il carburante sufficiente per accelerare i lavori di soccorso, per cui sono stati richiamati anche i riservisti, il ministro dell’Industria, Banri Kaieda, ha lanciato l’allarme blackout su larga scala, se i consumi non saranno ridotti per il calo della produzione di elettricita’. Edano e’ stato piu’ dettagliato e ha menzionato in uno dei suoi briefing il rischio che Tokyo potesse finire al buio. Detto fatto. La risposta dei cittadini non si e’ fatta attendere: via le insegne luminose, sono ricomparsi i vigili a regolare il traffico (o piccoli generatori ad alimentare le luci), sono sparite insegne luminose a Ginza (il salotto buono della citta’) e perfino il ministro della Rifornimenti del governo, Rehno, ha passato in rassegna i ‘conbini’ i negozi aperti 24 su 24, apprezzando la disattivazione di frigo e luci superflue. e per fortuna l’appello ha funzionato: la domanda di elettricita’ e’ scesa a 3.050 kilowatt alle 18 ora locale da 3.290 tra le 8 e le 9 del mattino, evitando cosi’ il blackout.