Si allarga l’inchiesta della magistratura di Lanusei (Ogliastra) sulla cosiddetta sindrome di Quirra, per accertare eventuali legami tra l’attivita’ della base con le patologie tumorali riscontrate nella popolazione vicina al poligono e i casi di malformazione sugli animali. In queste ore e’ scattata l’acquisizione di documentazione sulle armi e sulle esercitazioni svolte nelle basi sarde di Perdasdefogu e Decimomannu, in Umbria a Baiano di Spoleto (sede di uno stabilimento di munizionamento militare), e nel Lazio, a Nettuno.

Il personale giudiziario sta operando in base a un decreto emesso dal procuratore Domenico Fiordalisi. Il magistrato cerca conferme sulla presenza di armamenti con uranio impoverito segnalata dall’ex deputato della Lega Edouard Ballaman, sentito nei giorni scorsi a Roma dallo stesso procuratore. L’allora parlamentare del Carroccio presento’ una interrogazione nel 2000 su una partita di proiettili all’uranio impoverito acquistata nel 1985 dall’Italia e poi utilizzata dall’Esercito in Somalia nel 1993. Gli inquirenti sono alla ricerca di riscontri anche alle dichiarazioni dell’ing.

Giancarlo Carrusci, gia’ responsabile tecnico operativo nella base di Quirra, che ha parlato della sperimentazione di un missile Kormoran con uranio impoverito, e all’inchiesta di Sigfrido Ranucci, di Rainews24, su “Uranio impoverito, guerra e bugie”. Nel frattempo, proseguono oggi le immersioni dei sub della Polizia di Stato e dei Vigili del fuoco a Capo San Lorenzo, davanti alla costa di Quirra, per scandagliare il fondale a caccia di discariche di reperti militari. Non viene esclusa la possibilita’ che venga ampliata l’area marina messa sinora sotto sequestro. Sempre oggi, ma a terra, nel Centro sviluppo materiali del Poligono di Quirra si sta verificando se sono state depositate tutte le autorizzazioni antincendi e ambientali per lo svolgimento negli anni delle varie esercitazioni e dei test militari.