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Fukushima: ancora fumo radioattivo dai reattori. La Tepco ammette gravi omissioni

21 marzo 2011 0 commenti

fukushima1L’emergenza a Fukushima 1 è ben lungi dall’essere terminata. Fumo radoattivo ha ricominciato a uscire oggi nel pomeriggio (mattina in  Italia) dal reattore 2 della centrale. S’è invece fermato il fumo che usciva dal reattore 3, una emergenza dopo la quale gli operatori sono stati evacuati dalla centrale.

I tecnici al lavoro presso la centrale nucleare di Fukushima sono intato riusciti ad allacciare i cavi dell’elettricita’ a tutti e sei i reattori della struttura, un presupposto fondamentale per qualsiasi tipo di tentativo di ”stabilizzazione” e per risolvere la peggiore crisi nucleare degli ultimi 25 anni.

E le responsabilità del proprietario dell’impianto sono sempre più grandi.  Alcuni giorni prima del grande terremoto/tsunami la Tepco aveva dovuto riconoscere di aver “ritoccato” i rapporti sulla sicurezza dei suoi impianti. Una decina di giorni prima del sisma, la Toden aveva presentato alle autorità nipponiche un documento nel quale riconosceva d’aver falsificato i dati dei registri di controllo. In precedenza, la compagnia aveva assicurato d’aver verificato una trentina di pezzi che non erano stati in realtà controllati. La Tepco ha confessato, in particolare, che una carta d’alimentazione d’una valvola di controllo della temperatura dei reattori non è stata ispezionata da 11 anni, mentre i tecnici – che avevano effettuato solo controlli di routine – dichiaravano il contrario. Altri pezzi, la cui verifica non è necessariamente obbligatoria, non erano stati controllati a dovere. Tra questi, elementi relativi al sistema di raffreddamento e al gruppo elettrogeno d’emergenza, cioè proprio quelle parti che hanno provocato a Fukushima la crisi nuleare.

Nel dettaglio, ammontano a 33 i pezzi oggetto d’ispezione dei 6 reattori non controllati, tra cui un motore e un generatore di energia del reattore n.1. Lo scambio d’informazioni tra Tepco e Agenzia sulla sicurezza nucleare e’ finita nel mirino a causa della tempistica (a meno di due settimane dal sisma/tsunami) e delle indicazioni non impeccabili su come correggere i problemi. Il crollo dei sistemi di alimentazione di riserva e’ considerato all’origine della crisi della centrale di Fukushima, il cui nucleo originario risale al 1970. Nella risposta alla relazione della Tepco del 2 marzo scorso, anche questa disponibile ma sul sito dell’Agenzia, l’Authority di vigilanza sul settore dell’energia nucleare ha accordato tempo fino al 2 giugno per mettere a punto un piano correttivo, ritenendo che non ci fossero rischi immediati per la sicurezza a seguito delle omesse ispezioni. Hidehiko Nishiyama, vice direttore generale dell’Agenzia, ha spiegato oggi in briefing, nel resoconto dei media nipponici, di non essere a conoscenza della corrispondenza intercorsa tra Autorita’ e utility. Nishiyama ha poi aggiunto di non essere nelle condizioni di poter affermare se la minore sicurezza, a causa delle ispezioni non effettuate, abbiano avuto o meno un ruolo nel peggioramento della crisi. Ma a questo punto è evidente che sarebbe indispensable che la gestione delle altre centrali nucleari nipponiche _ viste le emissioni ripetute e continuate della Tepco _ fosse affidafata ad altri. O fossero semplicemente chiuse.