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Romani: niente nucleare in Italia se gli stress test e le iniziative europee non garantiranno sicurezza

23 marzo 2011 0 commenti

Paolo Romani, ministro dello Sviluppo Economico Il governo ‘’non procedera’’’ con l’iter per il ritorno al nucleare se gli stress test e le iniziative europee non daranno garanzie sufficienti sulla sicurezza. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, rispondendo al question time.

“Il consiglio dei ministri – ha spiegato – ha approvato oggi una moratoria di un anno sul ritorno all’energia nucleare: ci sara’ un decreto legge che congela gli effetti del decreto 31. La decisione significa che non saranno predisposti gli atti necessari per dare avvio alle procedure per la realizzazione degli impianti nucleari e che il governo non procedera’ alla realizzazione se le iniziative gia’ avviate a livello di Unione europea non forniranno elementi in grado di dare piena garanzia sotto il profilo della sicurezza’’.

Romani ha anche sottolineato che il governo punta a una ridefinizione complessiva della politica energetica a prescindere dalle scelte in materia di nucleare: “È evidente – ha detto il ministro – che quali che siano le scelte in materia di strategia nucleare, queste dovranno collocarsi in una ridefinizione complessiva della politica energetica” “Non sono tuttavia venute meno – ha spiegato – le ragioni concernenti la sicurezza e l’economicità dell’approvvigionamento energetico e l’esigenza di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili che avevano indotto il governo a riconsiderare l’opzione nucleare. È evidente che quali che siano le scelte in materia di strategia nucleare, queste dovranno collocarsi in una ridefinizione complessiva della politica energetica”.

Per quanto riguarda le fonti rinnovabili – ha spiegato Romani – il “decreto legislativo recentemente approvato conferma l’importanza che il governo attribuisce a questa forma di energia. Le misure contenute nel decreto sono finalizzate a far si che queste fonti possano rappresentare sempre di più una reale alternativa, rendendole sostenibili economicamente per il paese e assicurando prospettive di lungo periodi alla filiera produttiva, e garantendoci di usufruire dell’innovazione tecnologica”.

“Stiamo aprendo un dibattito fra tutti coloro che producono e tutti coloro che consumano perchè il decreto legislativo che faremo adesso a prolungamento – per dare certezza al settore per anni non per mesi come accaduto con i tre Conti energia – possa essere fatto in maniera tale che sia di supporto e di stimolo all’industria dell’energia rinnovabile ma non sia di costo eccessivo per gli italiani e le imprese italiane”.