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Giappone: anche Cina, Taiwan e Corea del Sud bloccano l’importazione di alcuni prodotti alimentari

25 marzo 2011 0 commenti

Scaffali vuoti in Giappone. Corea e Cina bloccano le importazioniAnche la Cina ha vietato l’importazione di alcuni prodotti alimentari giapponesi, dopo il disastro nucleare che ha colpito il Giappone in seguito al potente terremoto dell’11 marzo scorso. Tra gli alimenti “banditi” ci sono le verdure, la frutta e i prodotti dell’acquacultura che provengono dalle prefetture vicine alla centrale nucleare di Fukushima, ha annunciato l’Autorità incaricata della sicurezza alimentare.

Le prefetture interessate dal divieto sono quelle di Fukushima, Tochigi, Gunma, Ibaraki e Shiba, precisa l’ente cinese, dopo che misure simili sono state adottate dalla Corea del Sud. L’Autorità per la sicurezza alimentare di Pechino chiede inoltre alle amministrazioni locali di rafforzare i controlli sugli altri prodotti provenienti dalle regioni giapponesi vicine alla centrale nucleare danneggiata e in generale su tutti i prodotti giapponesi. “Il governo giapponese ha individuato un tasso di radioattività che supera in modo consistente il limite autorizzato negli alimenti di numerose regioni”, ricorda l’ente, mentre Tokyo ha deciso di vietare il commercio e il consumo di questi prodotti.

Stessa decisione è stata presa da Taiwan.

E nche la Corea del Sud ha bloccato, a partire da oggi, l’importazione di alcuni prodotti alimentari provenienti da zone vicine alla centrale nucleare di Fukushima. Una decisione ovviamente dovuta ai timori di contaminazione radioattiva.

E l’allarme non è infondato. Un livello anomalo di radioattività è stato rilevato per la prima volta in verdure provenienti da Tokyo. L’ha comunicato oggi il ministero della Sanità nipponico. Cesio radioattivo, a un livello che spera quello previsto dalla legge, è stato scoperto ieri in un vegetale a foglie verdi, il “komatsuna”, che è coltivato in un centro di ricerca di Edogawa, alla periferia di Tokyo, a 250 km dalla centrale Fukushima-1, danneggiata dal devastante terremoto/tsunami di due settimane fa e centro del peggiore incidente nucleare dai tempi di Chernobyl. La televisione pubblica Nhk ha rivelato che sul komatsuna sono stati rilevati 890 becquerel per chilogrammo di cesio radioattivo. Il limite di legge è 500 becquerel. Le autorità nipponiche hanno vietato all’inizio della settimana la vendita di diverse verdure provenienti da quattro prefetture più vicine a Fukushima. Il primo ministro Naoto Kan, inoltre, ha ordinato test sugli alimenti su altre sei prefetture, alcune delle quali fanno parte della Grande Tokyo, una megalopoli da 35 milioni di abitanti. Inoltre, livelli anomali di radioattività erano stati trovati nei giorni scorsi anche nell’acqua corrente della capitale nipponica, poi tornati ieri nei limiti.