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Il mondo si è spento per l’Earth Hour del Wwf

27 marzo 2011 0 commenti

earthhourLe isole Chatham in Nuova Zelanda sono state le prime, alle 7,30 di ieri ora italiana, a spegnere le luci, e alle 20.30 è toccato all’Italia celebrare l’ ‘Ora della Terra-Earth Hour’, la maratona del Wwf per il clima, giunta alla sua 5/a edizione.

Alle 20.30 ora locale di ciascun paese le luci di centinaia di citta’ di 7 continenti si sono spente per un’ora per richiamare l’attenzione sui problemi ambientali del Pianeta. A restare al buio sono stati  torri, castelli, chiese, fontane e altri monumenti, icone mondiali come la Tour Eiffel, l’Empire State Building, il Cristo Redentore di Rio, Times Square a New York, il Big Ben, l’Acropoli di Atene, la porta di Brandeburgo, l’Opera House di Sidney, meraviglie naturali come le Cascate del Niagara e le Cascate Vittoria, il castello dei reali di Svezia, la più grande moschea degli Emirati Arabi Uniti, quattro dei cinque grattacieli pi— alti del mondo, compreso il più alto, il Burj Khalifa a Dubai, 828 metri, che da solo spegnerà circa mezzo milione di luci.

In Italia sono oltre 200 i Comuni coinvolti dal Wwf. Gli eventi centrali in piazza Navona a Roma, con green carpet di celebrities a partire da Christian De Sica e Massimiliano Rosolino, e sotto il Duomo di Milano che però, per un disguido, non si è spento.

Ma si sono spente anche icone come il Ponte Vecchio a Firenze, la Torre di Pisa, la Reggia di Caserta, la Valle dei Templi di Agrigento, il Colosseo a Roma, l’Acquario di Genova, il Maschio Angioino, la Basilica di Superga, piazza del Campo a Siena, piazza Pretoria a Palermo e piazza Duomo a Siracusa. “L’Ora della Terra – ha detto Stefano Leoni, presidente del Wwf Italia – cade in un momento in cui nel mondo il futuro appare incerto, molti popoli stanno soffrendo per catastrofi naturali, guerre. L’evento vuole lanciare un messaggio di speranza per il futuro, un unico abbraccio globale da centinaia di milioni di persone del pianeta unite dal desiderio di un futuro sostenibile per il Pianeta, e di un benessere reale per le persone”. In questo futuro l’Italia puo’ fare la sua parte: secondo l’associazione, “l’Italia sostenibile e a emissioni zero non è una chimera, ma una realtà possibile e già avviata in alcune realtà del nostro territori”.

Se “fossero imitai da tutti gli 8.000 Comuni, dalle 110 province, dalle migliaia di imprese e gruppi di cittadini presenti sul nostro territorio, potrebbero davvero trasformare l’Italia, facendo guadagnare l’intero Paese in equilibri ambientali, benessere economico e sociale, qualit… della vita e sicurezza”. “Oggi le città sono le maggiori fonti di emissione di Co2 (circa l’80%) e nei prossimi tre decenni – ha concluso Leoni – la popolazione globale continuerà a crescere, soprattutto nelle zone urbane. Ma come dimostrano anche i modelli virtuosi già esistenti sul territorio italiano, le citt… possono diventare veri centri di innovazione culturale e tecnologica e avviare dal basso il futuro sostenibile di cui l’Italia e il mondo hanno bisogno”.