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Sempre peggio: a Fukushima rilevata contaminazione anche da plutonio

28 marzo 2011 0 commenti

radioactivite_7911_w160Tracce di plutonio sono state riscontrate in cinque aree contigue all’impianto giapponese di Fukushima. Lo ha rivelato la società che gestisce l’impianto la Tepco. Il metallo radioattivo sarebbe con ogni probabilità stato scaricato dal reattore 3, quello che cobntiene come combustibile il discusso MOX (ossidi di uranio e plutonio). La Tepco ha assicurato che la scoperta di tracce di plutonio non porteranno a una sospensione dei lavori. Ma qualcuno crede ancora alla Tepco? Non fuori dal Giappone.

La (pessima) notizia del plutonio si aggiunge a quela della presenza di acqua estremamente radioattiva fuori dall’edificio di contenuimento.  L’acqua, scoperta in un tunnel sotterraneo per la manutenzione del reattore, ha un livello di radiazione di oltre 1.000 millisievert all’ora; livelli simili di concentrazione erano stati rilevati in una pozza d’acqua nel seminterrato dello stesso edificio.La società che gestisce l’impianto, la Tepco (Tokyo Electric Power) non è certa se quest’acqua possa arrivare direttamente in mare. Uno dei tunnel sotterranei termina ad appena 55 metri dalla costa e l’alta radioattività rilevata nei campioni di acqua prelevati al largo delle coste limitrofe fa pensare che ci sia stata una contaminazione diretta.

Oggi il livello di radioattività nei campioni prelevati a una trentina di metri dalla costa era di 1.150 volte oltre il limite; domenica il surplus era di 1.850 volte, un dato registrato anche quello poche centinaia di metri al largo e comunque maggiore rispetto alla rilevazione del giorno prima, sabato, quando era a 1.250.  Lo stesso governo nipponico ha ammesso che adesso la priorità è assicurarsi che l’acqua contaminata non finisca nel suolo o nell’aria. Il governo ha anche ammesso che gli alti livelli di radiazione di quell’acqua sono stati causati probabilmente dalla parziale fusione delle barre di combustibile nucleare. Domenica la Tepco si è sbagliata nella misurazione della radioattività dell’acqua dentro l’unità: in un primo tempo ha detto che era di 10 milioni di volte superiore al normale, poi si è corretta dicendo che in realtà era di 100mila volte. Il che fa riemergere i dubbi sulla capacità della società di gestire la gravissima crisi. Per adesso, comunque, si è saputo che ha chiesto aiuto ai colossi energetici francesi, Edf ed Areva.

Intanto Greenpeace rilacia l’allarme per  alcune zone che sono fuori l’area di esclusione di soli 20 chilometri. “A Iitate, villaggio a 40 chilometri a nord-ovest della centrale di Fukushima, la squadra di radioprotezione di Greenpeace ha trovato livelli di contaminazione fino a 10 micro Sievert per ora”. Greenpeace, che sottolinea come il villaggio sia “venbi chilometri oltre la zona ufficiale di evacuazione”, ma la radioattivita’ e’ tale che “la popolazione, soprattutto donne in attesa e bambini, deve essere subito evacuata”. Gli ambientalisti spiegano che gli esperti dell’associazione hanno rilevato a Iitate valori tra 7 e 10 micro Sievert
per ora”: questi valori, spiegano, si riferiscono “alla sola radioattivita’ esterna e non considerano il rischio aggiuntivo causato da inalazione o ingestione” di particelle radioattive.   “Le autorita’ giapponesi- afferma Jan van de Putte, esperto di radioprotezione della squadra di Greenpeace- sanno perfettamente che qui la radioattivita’ e’ cosi’ alta”, eppure “non fanno niente per proteggere gli abitanti ne’ per informarli dei rischi che corrono”. A Iitate, critica l’ambientalista, “si accumula una dose pericolosa di radiazioni in pochi giorni”. E, se si aggiunge la contaminazione da ingestione e inalazione, “i rischi sono ancora piu’ alti”.

Greenpeace si dice “particolarmente preoccupata” per gli effetti che la ricaduta radioattiva avra’ sulla popolazione locale, dato che un nuovo studio commissionato da Greenpeace Germania a Helmut Hirsch, esperto di sicurezza nucleare, rivela che l’incidente alla centrale giapponese di Fukushima “ha gia’ rilasciato abbastanza radioattivita’ da essere classificato di livello 7″. La quantita’ totale di radionuclidi di iodio-131 e cesio-137, rilasciata a Fukushima tra l’11 e il 13 Marzo 2011, “equivale al triplo del valore minimo per classificare un incidente come di livello 7″, laddove quello 7 e’ il livello massimo di gravita’ per gli incidenti nucleari, raggiunto in precedenza solo con l’incidente di Cernobyl del 1986.   Greenpeace chiede quindi alle autorita’ giapponesi di “smantellare subito le centrali nucleari e di investire in efficienza ed energie rinnovabili”.