Home » Redazione Ecquo » Azioni »

Fa’ la cosa giusta, chiude la fiera del consumo intelligente. Nove buoni motivi per tornarci

30 marzo 2011 0 commenti

di Letizia Gamberini

fa-la-cosa-giusta-logo_milanoSi è chiusa anche quest’anno la fiera dedicata al consumo critico ‘Fa la cosa giusta’, organizzato da Terre di Mezzo a FieramilanoCity. E’ bello pensarla come una tre giorni dedicata soprattutto al tema della scelta, della curiosità. Al capire che un mondo alternativo a quello cui ormai siamo abituati, c’è. In molti la pensano così, anche visto i numeri in crescita, a prtire dagli espositori, 750, per una crescita del 22% rispetto all’anno scorso. Dopo aver curiosato fra gli stand, sono tanti i motivi per quale tornare.

Acqua. Nell’area allestita per i pasti si gioca una partita decisa: quella dell’acqua. Non si compra e non si butta, si trova direttamente sui tavoli, a ribadire la linea degli organizzatori: l’acqua deve essere pubblica. E non a caso, poco distante, si trova la casetta con depuratore: vale la pena di fare la coda.

Bio. Dal cibo all’arredamento, tutte le declinazioni del biologico. Tra gli stand alimentari, la prima scoperta è il vero colore di frutta e verdura. Quasi dimenticato nei reparti freddi dei supermercati. La seconda scoperta, è che l’ultima tendenza, ormai, è quella del contadino a domicilio. O meglio, sta prendendo piede la consegna a casa di cassette o sacchetti di ortaggi su prenotazione. Se il rischio è di incentivare la pigrizia del cittadino impenitente, resta sempre una bella idea. Terza scoperta, qui il famigerato hamburger si chiama panino biotonico. Quarta scoperta, l’abbuffata di miele e marmellata bio, per una volta, fa sentire molto meno in colpa.

Cucina. Le lotte in famiglia per chi deve finire gli avanzi sono finite. Merito dei consigli di Lisa Casali e Tommaso Fara, che nello spazio ‘La cucina dà spettacolo’ hanno insegnato a cucinare a partire dagli scarti. Per un ottimo risotto, ad esempio, possono servire anche le foglie dei carciofi, e i gambi degli asparagi. Questo e molto altro nel loro libro ‘La cucina a impatto (quasi) zero’, che raccoglie 80 ricette per non buttare via niente (edizione Gribaudo).

Degustazioni. Vino e birra artigianale la fanno da padroni. E si possono assaggiare e apprezzare anche senza essere esperti sommelier. L’hanno pensata così quelli di Officina Enoica, che hanno organizzato degustazioni di vini divertenti, piccole chicche del territorio, per scoprire vitigni autoctoni come l’Ansonica o una Bonarda venduta soltanto nelle Botteghe del commercio Ecquo solidale. Bel viaggio nelle eccellenze vinicole nostrane.

Gas. Detta così, viene da pensare al metano. E invece sono i Gruppi di acquisto solidale. Lanciati ormai da anni, sono diffusi in tutti Italia e in fiera la vera scoperta sono quelli che gravitano attorno a Milano e che riuniscono le cascine del Parco agricolo a sud di Milano. Da non perdere una gita fuori porta.

Fashion. Grande protagonista di questa edizione, invece che in padiglione fieristico sembra di essere proiettati in un mercato londinese. Il fashion fa rima con recupero ed etica. Borse dalle tele nautiche, collane da cravatte, ma anche prodotti realizzati dalle cooperative di donna in Cambogia. Anche l’etica può fare tendenza.

Solidarietà. C’è una piazza apposita, un po’ il cuore simbolico della fiera. Attorno ci sono loro, le Onlus e Ong, più o meno note, che propongono il loro programma d’aiuti in tutto il mondo. E ci ricordano che per molti la possibilità di scelta non c’è.

Unità d’Italia. Dai siciliani che spremono le loro arance (hanno ragione loro, il sapore è tutta un’altra cosa), al Castelmagno Dop, dalle olive ascolane bio alla Bombetta di Martina Franca, gli stand sono una fotografia della ricchezza e varietà delle regioni italiane. Un melting pot made in Italy che mette allegria. E l’aquilina in bocca.

Terra. Lo spegnersi simbolico delle luci alle 20,3o del sabato sera è un invito per tutti. Fa la cosa giusta, consuma meno. In fin dei conti, la Terra è pur sempre casa tua.grazie