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Giappone, il governo fissa un limite di radioattività per pesci e frutti di mare. E incombe la paura di epidemie

5 aprile 2011 0 commenti

Japan EarthquakeIl governo giapponese ha deciso martedi’ di fissare un limite del tasso di radioattivita’ per i pesci e i frutti di mare per rassicurare la gente preoccupata per gli scarichi radioattivi della centrale di Fukushima. “Applicheremo, in via provvisoria, i tassi indicati per le verdure anche per i pesci e crostacei”, ha detto il portavoce del governo Yukio Edano.

Il limite e’ stato fissato a 2.000 Bq/kg per lo iodio 131, che puo’ causare il cancro e per il cesio-137 il limite e’ di 500 becquerel. Al di la’ di queste soglie, i pesci sono considerati inadatti al consumo. Questa decisione è stata presa dopo la scoperta di livelli anormalmente elevati di radioattività nei giorni scorsi su delle piccole anguille di sabbia catturate al largo della prefettura di Ibaraki, a sud di Fukushima e a nord di Tokyo. Altri pesci esaminati non hanno mostrato livelli elevati, hanno detto i funzionari.

Edano ha espresso il “dispiacere” del governo per i pescatori e gli operatori del settore, la cui attività è stato sospesa dopo il disastro dell’11 marzo e l’inizio della crisi alla centrale di Fukushima. “Chiediamo alla gente di mantenere la calma in modo che le voci infondate non si diffondano”, ha aggiunto il portavoce.

PERICOLO EPIDEMIE

Sul Giappone incombe un’altra minaccia, pur meno grave di quella nucleare: la diffusione, nelle zone devastate dal terremoto e dallo tsunami, di un’epidemia di tifo fluviale, una patologia tropicale causata da Rickettsia Tsutsugamushi, nota anche come tifo da acari o tifo tropicale. Una malattia che si diffonde in modo particolare in autunno e primavera.

L’allarme – scrive lo Spiegel online – è stato dato dall’Istituto nazionale giapponese di malattie infettive: il contagio avviene generalmente per penetrazione delle rickettsie (microorganismi a metà tra virus e batteri) in seguito alla puntura di acari trombiculidi infetti. La malattia si manifesta nel giro di tre settimane con vesciche e ulcere, febbre elevata e cefalea intensa. Un primo caso, riporta l’agenzia giapponee Jiji Press è stato diagnosticato nella provincia di Fukushima il 22 marzo in un uomo di 70 anni, già in terapia con antibiotici.