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Il cemento si mangia 10mila ettari l’anno. Una superficie pari a due volte la città di Brescia

6 aprile 2011 0 commenti

Giungla d'asfaltoUna superficie pari a due volte la citta’ di Brescia scompare, ogni anno, tra Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Sardegna, ‘mangiata’ dal cemento. Con circa diecimila ettari di territorio trasformati , nelle quattro regioni, in spazi residenziali, capannoni e nuove infrastrutture. Di questi, 9.400 sono sottratti all’agricoltura nell’arco dei dodici mesi.

Sono alcuni dei dati contenuti nel dossier 2011 sul consumo del suolo presentato oggi a Milano da Legambiente e Istituto nazionale di Urbanistica (Inu). Il rapporto si concentra su quattro regioni italiane perché “sono le uniche ad avere a disposizione dati e mappe che inquadrano lo stato attuale dell’utilizzo di suolo – spiega Paolo Pileri del Politecnico di Milano, tra i curatori del rapporto -, mentre nel resto della Penisola c’e’ una preoccupante carenza di informazioni anche in grandi concentrazioni urbane come il Lazio o la Campania’’.

Se, ogni giorno, tra Lombardia, Emilia, Friuli Venezia Giulia e Sardegna ‘’spuntano circa 27 nuove aree urbanizzate’’ come sostiene Pileri, a ‘capitanare’ il quartetto e’ la Lombardia, con 117 mila metri quadrati di territorio urbanizzati nell’arco di 24 ore, circa 7 volte piazza del Duomo a Milano. Segue, come rileva l’indagine, l’Emilia con 84 mila metri quadrati, il Friuli con 8 mila metri quadrati e la Sardegna con 6.300. In Lombardia, invece, il ‘primato’ spetta alla provincia di Monza e Brianza, con una superficie urbanizzata che supera il 50% del territorio provinciale.

Il consumo di suolo, secondo il rapporto, incide negativamente soprattutto sul settore agricolo, causando la perdita di grandi appezzamenti di terreni, circa 9.400 ettari in un anno tra Lombardia, Emilia, Friuli e Sardegna. “Solo in Lombardia – denuncia Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – le urbanizzazioni hanno gia’ causato la perdita di un quarto delle superfici agricole produttive e la costruzione di nuove autostrade, centri commerciali e capannoni sembra non arrestarsi, nonostante la crisi’’. Per mettere un freno all’erosione di nuovo suolo, Legambiente sollecita le istituzioni a cambiare approccio culturale all’urbanistica, tanto che si e’ fatta promotrice di un progetto di legge di iniziativa popolare gia’ all’attenzione del Consiglio lombardo.

“Non esiste – sottolinea Di Simine – in Lombardia, come in Italia, una legge specifica sulla tutela del suolo. Dobbiamo lavorare in questa direzione per limitare lo sfruttamento di nuove aree e incentivare il recupero di quelle dismesse’’. Attenzione all’ambiente è anche la parola d’ordine dell’assessore lombardo al Territorio, Daniele Belotti, che ha comunque ricordato come la Lombardia sia tra le realta’ piu’ densamente abitate d’Europa: ‘’Stiamo lavorando proprio per incentivare il recupero di aree dismesse e valorizzare solo costruzioni in classi energetiche alte, cosi’ da garantire un elevato rispetto dell’ambiente’’.