Home » Redazione Ecquo » energia, Industria, Politiche »

Verdi: la moratoria nucleare serve solo a scaricare i francesi

11 aprile 2011 0 commenti

Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli

Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli

”La moratoria e’ un trucco per avviare nuove alleanze economiche e per scaricare i francesi puntando sulla tecnologia statunitense dei reattori Westinghouse”.

Lo dice Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, facendo riferimento a quanto contenuto nel dossier ‘Il Piano B’ (la lettera ‘B’, dicono i Verdi sta anche per Berlusconi), presentato oggi nel corso di una manifestazione davanti a Montecitorio per ricordare le vittime del terremoto e dello tsunami in Giappone, oltre che dell’incidente nucleare di Fukushima.

Secondo Bonelli ”non esiste nessuna moratoria, ma un decreto legislativo in cui e’ stata cambiata una data portandola da 3 a 12 mesi. Tutto qui”. Inoltre, il presidente dei Verdi evidenzia anche ”il ruolo ondivago assunto dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo sul nucleare sia prima che durante la tragedia di Fukushima. Per registrare adesso la sua presa di posizione sulle rinnovabili, come obiettivo a cui l’Italia deve puntare”. Per questo, conclude Bonelli, per quanto riguarda l’uscita dal nucleare e gli investimenti in rinnovabili ”l’unica cosa da fare e’ uniformarsi al modello tedesco”.

“Con l’uscita di scena di Scajola e del potente Garribba, l’asse politico del nucleare sembra essersi spostato verso gli Usa”, scrivono i Verdi. Sergio Garribba, ex direttore del ministero dello Sviluppo, “ha spinto con forza sull’opzione francese ricevendone in cambio l’11 ottobre 2010 la Legion d’Onore francese”, poiche’, si legge nella motivazione, “ha fortemente contribuito a sviluppare un partenariato strategico ‘totale e senza limiti’ tra Italia e Francia nell’ambito dell’energia nucleare”.

Dopo Fukushima, nel governo “diversi ministri si scontrano per scegliere la cordata a cui affidare il business atomico da 30 miliardi”, spiega il partito di Angelo Bonelli. Prestigiacomo, Frattini e Letta sono per l’opzione a stelle e strisce. “Romani e’ su una posizione di attesa e anche Berlusconi, viste le frizioni sul piano internazionale con Sarkozy, e’ diventato abbastanza freddo sull’Epr”, il reattore della multinazionale francese Areva. L’attenzione si sposta sui piccoli reattori: Ap 1000 e Iris, reattore modulare che puo’ essere affiancato ad altri nello stesso sito. Il piano B del governo propende dunque “per la proliferazione del piccolo nucleare”.

I Verdi temono che il referendum del 12 e 13 giugno manchi ancora una volta in quorum. ”Ci appelliamo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano _ dice il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli _ affinche’ si rivolga al governo, al Parlamento e alla commissione di vigilanza per un’informazione corretta sul referendum del 12 e 13 giugno” affinchè venga eliminata ”questa cappa di censura del sistema radio-televisivo a questa battaglia di democrazia”. Il governo, continua Bonelli, ”inducendo a un’astensione di craxiana memoria vuole mandare tutti al mare”, mentre ”attraverso i si’ potremmo cancellare questa follia che costera’ agli italiani oltre 30 miliardi di euro”. I Verdi, spiega il leader del ‘Sole che ride’, hanno fatto una scelta politica puntando ”tutto sul referedum abrogativo”. E ad un mese ”dal disastro di Fukushima – conclude Bonelli – i Verdi vogliono ricordare le vittime della tragedia colpite dal terremoto e dallo tsunami”.