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Nucleare, a due mesi dal referendum Pd e Idv avvertono: follia tornare all’atomo

12 aprile 2011 0 commenti

centrale-del-garigliano ”E’ ormai ufficiale che l’incidente di Fukushima avra’ conseguenze altrettanto disastrose di Chernobyl. In realta’ questa drammatica verita’ era gia’ nota, ma in Italia restano ancora molti ‘giapponesi’ che per malafede o per ideologia rifiutano di vedere che la ‘guerra e’ finita': il nucleare sicuro oggi non esiste, e per l’Italia che ha la fortuna di aver rinunciato all’energia atomica 25 anni fa sarebbe una follia tornare ora su quella decisione”. Ad affermarlo in una nota congiunta sono i senatori del Pd, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

 ”Si rimane assolutamente sconcertati -continuano i parlamentari– nel ricordare la dichiarazione rilasciata l’undici marzo del presidente dell’Agenzia nucleare italiana secondo il quale ‘le centrali nucleari sono sicure, e buona parte delle critiche vengono da un’ideologia antinuclearista che si basa su dati falsi’, o quanto detto lo stesso giorno da un famoso ambientalista convertito all’atomo: ‘gli impianti nucleari hanno dimostrato di tenere botta, chi trae spunto dalla tragedia che ha colpito il Giappone per dare vita a una polemica politica e’ uno sciacallo’. Per non parlare di un nostro ministro che si sbilanciava dicendo che ‘alla luce delle considerazioni di molti esperti, si puo’ sperare che l’impatto dei problemi verificatisi negli impianti nucleari sara’ contenuto, e verosimilmente marginale”’. Questa incapacita’ di prendere atto di quanto accaduto in Giappone e dell’orientamento degli italiani largamente contrario gia’ molto prima dell’incidente giapponese, sottolineano, ”e’ un segno dell’arretratezza e del provincialismo di parte delle nostre classi dirigenti”.  Mentre i paesi che il nucleare ce l’hanno si interrogano preoccupati su come uscirne e come dare slancio all’innovazione energetica fondata su risparmio energetico e fonti rinnovabili, nel nostro Paese, concludono, ”c’e’ ancora chi preferisce imitare i soldati nipponici che anni dopo la fine dalla guerra restavano nascosti nella giungla convinti che ancora ci fosse da combattere”.

«Anche in Giappone siamo a livello 7, il massimo livello di pericolosità degli incidenti nelle centrali nucleari, come a Chernobyl. E ci dicevano che le centrali nucleari, dopo Chernobyl, erano sicure: ecco il risultato. Ci sono cose che non si possono governare: un terremoto, uno tsunami, un matto che con un aereo si butta contro a una centrale nucleare?”. Il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in un video-messaggio pubblicato sul suo blog spinge per il Si al referendum. “Questi rischi _ dice _ non li puoi governare. Puoi fare le centrali sicure quanto ti pare e piace, ma non sarai mai sicuro che non succederà nulla. Allora vale la pena di riflettere e chiedersi: ‘Fare le centrali nucleari è proprio l’unica soluzione per produrre energia? Forse quarant’anni fa, ma oggi non è più così. Oggi si possono sfruttare altre materie prime: il sole, l’aria, la terra, il vento. Si possono sfruttare materie prime che abbiamo in abbondanza e che non sono pericolose”. “E allora _ conclude _ perchè rischiare inutilmente e come fare per fermare tutto questo? Il 12 e il 13 giugno ci sono i referendum. Uno di questi, promosso dall’Italia dei Valori, è il referendum per fermare le centrali nucleari e per trovare un’energia pulita che non metta a rischio la nostra salute e quella dei nostri figli, attraverso le fonti alternative, sole, acqua e aria innanzitutto”. “Per questo – conclude Di Pietro – il 12 e il 13 giugno non andate al mare. O meglio, andateci, ma dopo essere passati per la sezione elettorale. Non andateci, al mare, prima di essere andati a votare Sì per fermare le centrali nucleari, Sì per le energie alternative”.

E anche nel Pdl  c’è chi dissente dalla scelta nucleare.  ”Fukushima e’ collassata, come era scritto avvenisse e tutti coloro che hanno fin qui minimizzato l’evento dovrebbero affrettarsi ad abbandonare atteggiamenti di sufficienza o di furbizia’ dice il deputato del Pdl, Fabio Rampelli, sottolineando che ”nessun modello di produzione d’energia e’ cosi’ devastante per l’uomo e per l’ecosistema come quello della fissione nucleare. E’ ormai -rileva- un dato  ncontestabile”.  Dalle fonti fossili da cui si trae energia, rileva l’esponente del Pdl, ”possono scaturire incidenti gravi, ma solo le radiazioni nucleari si propagano per anni e producono conseguenze sulla salute della persona per decenni”. I paesi occidentali dotati di reattori nucleari, prosegue Rampelli, ”devono rivedere i loro programmi, dismettere le centrali di prima e seconda generazione, mettere in sicurezza quelle di terza, bonificare i siti, smaltire le scorie radioattive, cioe’ pagare per miliardi di euro il debito atomico accumulato, per dirla con il ministro Tremonti. L’Italia, nella sfortuna di aver fin qui pagato salata l’energia, ha la fortuna di non possedere centrali e di non doversi far carico dei costi stellari dei paesi nuclearizzati”.   Il governo, dunque, conclude Rampelli, ”reagisca, non si accontenti della moratoria di un anno sul suo programma atomico, non consegni alla Francia, men che meno all’indomani dell’ostilita’ manifestata verso di noi, altro potere attraverso l’adozione delle sue tecnologie nucleari, lo abolisca e faccia decadere il quesito referendario, dal quale rischierebbe di venire travolto. Investa sulle fonti rinnovabili e sul nucleare pulito, facendo diventare l’Italia paese leader in queste tecnologie”.