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Wwf: in Abruzzo il bracconaggio dilaga. Anche nei parchi

12 aprile 2011 0 commenti

A_FIUGGI-Lupo uccisoIn Abruzzo “il bracconaggio dilaga”, e lo stesso fenomeno “dilaga anche nei parchi“. Lo denuncia il Wwf Abruzzo, secondo cui “e’ necessaria un’azione capillare e coordinata tra le forze dell’ordine, che veda la collaborazione anche dell’arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza”. Questo perche’, denuncia la sezione abruzzese dell’associazione del Panda, “nelle aree interne o contigue ai parchi oramai esiste un vero e proprio mercato clandestino della carne di cinghiale, cervo e capriolo che rifornisce soprattutto alcuni ristoratori”. Il Wwf chiede quindi “un’operazione costante di controllo, soprattutto da parte della Guardia di Finanza, dell’origine della carne di animali selvatici usata dai ristoratori ed agriturismi”.  

Il mercato clandestino della carne, denuncia il Wwf Abruzzo, “muove evidenti enormi interessi economici e conseguentemente spinge dei veri e propri delinquenti ad usare allo scopo ogni mezzo anche illecito”. Cio’, sostengono gli ambientalisti, “lo dimostrano i sequestri di armi di precisione non regolamentari, puntatori da guerra laser, visori notturni all’infrarosso, lacci di acciaio con enorme rischi anche per l’incolumita’ pubblica”.
 Per il Wwf Abruzzo “non si puo’ dimenticare che negli ultimi anni nella regione sono morte ben 4 persone per ‘incidenti di bracconaggio’ all’interno dei parchi”. Per questo, concludono gli ambientalisti, “le guardie provinciali e della forestale dovrebbero essere meglio impegnate in questo campo evitando di destinarle a dubbie operazioni di polizia stradale o di carattere solo burocratico-amministrativo che le distolgono dalla loro originaria vocazione”.

L’ultimo caso, sabato scorso. Dopo quattro mesi di indagini, con appostamenti, pedinamenti e rilievi di campo, alle prime luci del 9 aprile è scatatta l’operazione denominata “Marsica orientale” che ha visto impegnati 30 forestali provenienti da diversi reparti del Comando provinciale della Forestale de L’Aquila per dare seguito a 13 mandati di perquisizione emessi dalla Procura di Avezzano a carico di M.A 63 anni, A.E. 63 anni, A.S. 59 anni, C.G. 57 anni, tutti residenti nel comune di Aielli (AQ) e C.I.D. 29 anni di origine romena, in seguito alle quali gli indagati sono stati arrestati.  Gravi le ipotesi di reato a carico degli indagati, denunciati all’Autorita’ giudiziaria per detenzione illegale di armi da fuoco, alcuni delle quali con matricola abrasa, un fucile a canne mozze e addirittura una carabina trovata carica nell’abitazione di uno degli indagati. Rinvenuti diversi trofei di cervo e capriolo e molti chili di carne delle due specie protette, che, secondo quanto risulterebbe dalle indagini, potrebbero essere state uccise all’interno del Parco regionale Velino-Sirente. E’ stata, inoltre, trovata una scatola con alcune decine di lacci utilizzati per la cattura di animali ed altre armi detenute illegalmente.  Le indagini erano partite all’inizio dell’autunno in seguito ad una segnalazione che denunciava il perdurare di una situazione di palese illegalita’ nella conduzione dell’attivita’ venatoria da parte degli indagati, a danno di tutti gli altri cacciatori.  Gli uomini del Comando  stazione di Avezzano hanno avviato una serie di controlli mirati con l’impiego di strumenti che hanno permesso di rilevare le attivita’ illecite da parte degli indagati. Le ipotesi di reato, compresa l’associazione a delinquere, sono state confermate nel corso delle perquisizioni, delineando un quadro molto preoccupante.