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Rifiuti: Modena punta a recuperare il 65% entro il 2019. E a dire (quasi) addio alle discariche

14 aprile 2011 0 commenti

imagesCAJK1JEKRidurre quasi a zero l’utilizzo delle discariche, portare la raccolta differenziata dall’attuale 51% al 65%, ma anche aumentare la quota di rifiuti bruciati nel termovalorizzatore e togliere il tetto a quelli speciali. Si puo’ riassumere cosi’ il nuovo piano dei rifiuti messo a punto dalla Provincia di Modena, che entrera’ in vigore nel 2012 fino al 2019. A presentarlo, questa mattina, e’ l’assessore all’Ambiente Stefano Vaccari: “Il piano imposta un sistema che risponde alla gerarchia della gestione dei rifiuti definita dalla comunita’ europea: riciclaggio, altre forme di recupero, come quello energetico, e solo alla fine lo smaltimento”, spiega. Ma precisa subito che “non e’ prevista nessuna nuova discarica sul territorio”, anzi, “si andra’ a una progressiva dismissione di queste”. Infatti, se oggi in discarica finisce circa il 17,6% dei rifiuti prodotti in provincia di Modena, per il 2019 si punta all’1%.
 L’inceneritore, invece, a partire dal 2013 (anno in cui dovrebbe entrare in funzione la tanto discussa terza linea progettata da Hera) potra’ sfruttare appieno le sue potenzialita’, e arrivare a bruciare le 240 mila tonnellate all’anno autorizzate gia’ nel 2006 (attualmente se ne bruciano circa 180 mila).

 Complessivamente, nel 2019, la Provincia di Modena conta di bruciare nel termovalorizzatore gestito da Hera il 32% dei rifiuti, contro gli attuali 24,1%. In ordine, nel termovalorizzatore finiranno i rifiuti urbani, i sovvalli (cioe’ gli scarti da selezione e da raccolta differenziata), e “se rimane spazio anche una quota di rifiuti speciali”, spiega Vaccari, sottolineando come “vorremmo obbligare il gestore a ragionare sul tema dei sovvalli”. Ma se si pensa che questi ultimi dovrebbero aggirarsi attorno alle cinquemila tonnellate all’anno, e che la capacita’ complessiva della discarica sara’ di 240 tonnellate, si capisce che lo spazio per gli speciali (soggetti al libero mercato) ci sara’ eccome. Allora perche’ togliere il tetto al piano? Da una parte l’assessore ricorda che c’e’ comunque un’autorizzazione della Provincia che “per ora” prevede lo stop a 45 mila tonnellate annue. Ci sara’ una nuova autorizzazione che concedera’ un eventuale innalzamento del tetto? Vaccari annuisce, ma non aggiunge altro. Dall’altra parte pero’ chiede “perche’ andare a limitarci?”. Infatti, ci tiene a sottolineare che “i rifiuti speciali non sono pericolosi”. I maggiori quantitativi, come spiega una nota della Provincia, sono prodotti in gran parte dall’industria dei minerali non metalliferi (come la ceramica), dalla depurazione delle acque di scarico, dalle costruzioni e dalla sanita’. “Non sono pericolosi e spesso sono meno impattanti dei rifiuti urbani indifferenziati”, chiarisce l’Ente.  Adesso, pero’, si apre il momento della discussione. “Il piano sara’ adeguatamente pubblicizzato e sono previste forme di condivisione necessarie a garantire la partecipazione di tutti i soggetti, comitati e cittadini compresi”, assicura l’assessore.