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Marea nera: a un anno dal disastro la situazione è sempre la stessa. Obama: “Faremo tutto il necessario per il Golfo del Messico”

20 aprile 2011 0 commenti

Marea neraIl presidente americano, Barack Obama, si e’ impegnato oggi a ‘’fare tutto il necessario’’ per ripristinare le coste del Golfo del Messico, nel primo anniversario del disastro della piattaforma petrolifera della Bp che provoco’ la marea nera.

Ad un anno dal disastro che ha colpito il Golfo del Messico, la marea nera continua a far sentire i suoi effetti nefasti mentre Bo e’ tornata sta cercando di ottenere una nuova autorizzazione a trivellare in acque profonde. A farne le spese l’ecosistema, ancora segnato da quella che e’ stata definita la peggiore catastrofe ecologica Usa, ma anche i volontari che un anno fa accorsero a migliaia per pulire coste e paludi inquinate dal petrolio fuoriuscito dalla piattaforma Deepwater Horizon, inabissatasi a 60 chilometri dalle coste della Louisiana in seguito ad una potente esplosione. Nello scoppio morirono 11 uomini e diversi altri restarono feriti, mentre dalla falla nel pozzo cominciarono a uscire milioni di litri di greggio che continuarono a inquinare il Golfo del Messico per mesi.

Secondo il Consiglio di Difesa delle Risorse Naturali, oltre 1.700 chilometri di coste e paludi furono colpiti dalla marea nera e 6mila uccelli rimasero uccisi, una tragedia alla quale 2mila volontari stanno a tutt’oggi cercando di rimediare, ancora impegnati nella pulizia di diversi tratti della costa. E’ un lascito pesante del quale tuttavia la British Petroleum, il gigante petrolifero che gestiva la piattaforma, ha fatto tesoro, come ha sottolineato il presidente Carl-Henric Svanberg, secondo il quale la compagnia e’ oggi piu’ sicura. “L’intera industria ha imparato dall’incidente e noi stiamo facendo il possibile per assicurarci che non avvenga di nuovo” ha spiegato il presidente della BP in un’intervista ai media svedesi.

Di diverso avviso l’ammiraglio a riposo della Guardia costiera statunitense Thad Allen che, dall’alto della sua posizione – in quei giorni frenetici guidava l’unità di risposta del governo alla catastrofe ecologica – ha ammesso che “c’e’ stato un miglioramento, ma non saremo mai in grado di prevenire un evento dall’accadere di nuovo”. Questo, tuttavia, non deve frenare gli sforzi, ma al contrario spingere ad investire in “ricerca e sviluppo, innovazione e miglioramenti tecnologici man mano che l’industria va avanti”. A favore di una maggiore cooperazione fra il governo e l’industria petrolifera si e’ espresso il segretario degli Interni Ken Salazar che, sostenendo la necessita’ di sviluppare tecnologie per prevenire, contenere e rispondere alle emergenze, ha sollecitato la creazione di una nuova commissione che “assista il dipartimento nell’applicazione delle nuove regole in materia di trivellazioni offshore”.