Home » Redazione Ecquo » Apertura, energia, Industria, Politiche »

Pronta la bozza del nuovo decreto rinnovabili. Pioggia di critiche

20 aprile 2011 0 commenti

fotovoltaicoE finalmente ecco l’attesa “bozza Romani”: il nuovo decreto rinnovabili.

Molti i tagli agli incendtivi, come previsto, e tra questi uno che aumenta di pari passo alla potenza dell’impianto fotovoltaico: più piccoli sono gli impianti più graduale sarà la riduzione degli aiuti.

Nel provvedimento si prevedono incentivi per 6-7 miliardi di euro l’anno ed un obiettivo di 23.000 megawatt di produzione fotovoltaica entro la fine del 2016 , pari a circa un terzo dell’intera domanda nazionale. Secondo le indicazioni emerse durante la fase di messa a punto del testo da parte dei tecnici del ministero dello Sviluppo economico e dell’Ambiente la riduzione degli incentivi a fine anno dovrebbe essere pari al 20% sulle strutture più potenti e dall’1 al 7% su quelle più piccole. Il decreto, previsto dal dlgs del 3 marzo e più volte rinviato, sarà infatti  all’esame della Conferenza Stato-Regioni.

Intanto, le aziende del settore continuano a protestare, domani primo sciopero con manifestazione a Roma, e criticano Confindustria perchè non ha saputo tutelare i loro interessi. Proprio oggi El.Ital, azienda leader in Italia nella produzione di pannelli fotovoltaici, ha annunciato di uscire dall’associazione degli industriali.

Il testo, composto da 25 articoli, si applica agli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio dopo il 31 maggio di quest’anno e fino al 31 dicembre 2016 per un obiettivo di potenza installata a livello nazionale di circa 23.000 megawatt, corrispondente ad un costo indicativo cumulato annuo degli incentivi stimabile tra i 6 e i 7 miliardi di euro.

Per i prossimi due anni l’obiettivo ultimo del fotovoltaico sarà di 3.100 mw (1.350 mw dal primo giugno 2011 a fine anno e 1.750 nel 2012) pari a incentivi per massimo 820 milioni di euro (447 milioni dal primo giugno 2011 al 31 dicembre 2011 e 373 milioni nel 2012). Le disposizioni per questi due anni vengono definite “disposizioni transitorie”. “Il regime di sostegno – si legge all’articolo 2 – è assicurato secondo obiettivi indicativi di progressione temporale della potenza installata coerenti con previsioni annuali di spesa. Fatte salve le disposizioni transitorie per l’accesso agli incentivi definite per il 2011 e 2012, il superamento dei costi annui non limita l’accesso alle tariffe incentivanti, ma determina una riduzione aggiuntiva per il periodo successivo”. In alcuni casi, secondo quanto prevede l’articolo 5, gli incentivi possono essere cumulati a altri contributi, in generale fino al 30% del costo di investimento. Il contributo può salire al 60% per gli impianti realizzati su scuole, strutture sanitarie, militari e penitenziarie, oppure su edifici di proprietà degli enti locali. Invece, per i piccoli impianti, abbinati a un uso efficiente dell’energia, è previsto un premio aggiuntivo. Premio che non può eccedere il 30% dell’incentivo. Vengono affidati al Gse (Gestore dei servizi energetici) le verifiche e i controlli che prevedono anche ispezioni dirette agli impianti.

Le prime indiscrezioni sulla bozza di quarto conto energia del fotovoltaico arrivano proprio mentre alla Camera dei deputati sono in corso le audizioni della Commissione ambiente sullo sviluppo delle rinnovabili e le reazioni negative non tardano ad arrivare. Il primo nel programma di audizioni e’ il presidente di Assosolare, Gianni Chianetta che prima di entrare dice ai giornalisti: ”Sarebbe una bocciatura definitiva del fotovoltaico da parte del Governo, le riduzioni sono talmente forti che andremmo sotto i livelli della Germania e non sono sostenibili per l’industria, in particolare per i grandi impianti che, al contrario di quanto si dice spesso, in Italia sono molti. Se il testo non dovesse cambiare siamo pronti a fare ricorso alla Corte Costituzionale”. “Il forte taglio degli incentivi previsto dalla bozza (nel 2012 le riduzioni arrivano a oltre il 60% rispetto al 2010) non sono sostenibili dall’industria e continuera’ a bloccare il settore, in primis le industrie italiane che hanno gia’ annunciato la cassa integrazione per migliaia di persone”.

A Montecitorio e’ poi il turno di Asso Energie Future che con il suo segretario generale, Gaetano Buglisi boccia la bozza senza appello: ”E’ disastrosa, l’aumento del tetto di potenza e’ solo di facciata perche’ le tariffe sono troppo basse; inoltre rimane la posizione dominante di Enel, soggetto privato che deve certificare la fine dei lavori e l’inizio degli incentivi e fa sempre ostruzionismo”. Non era presente in Parlamento ma non fa mancare un giudizio negativo nemmeno il Gifi, gruppo imprese fotovoltaiche italiane: ”Noi siamo sempre stati contrari ai cap di spesa – ha dichiarato il presidente Valerio Natalizia – perche’ non consentono uno sviluppo virtuoso del settore e non permettono di far scendere i prezzi. Credo, comunque, che sia una decisione presa per frenare la possibile onda di impianti installati nei prossimi mesi”.

Duro anche il Pd. che se la prende con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che “ha la capacita’ di fare i titoli sui giornali anche se dovrebbe stare alla sostanza delle cose. E qui si sta distruggendo la politica delle rinnovabili”. E’ il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a commentare cosi’ la proposta avanzata oggi, a Bruxelles, dal titolare del dicastero di via XX Settembre su un piano per le energie alternative da finanziare con gli eurobond. Non so cosa dovrebbe fare l’Europa. Intanto cominciamo da noi. Noi avevamo un sistema che era sostenuto da incentivi che andavano modulati. Bisognava fare una sorta di manutenzione. Non si e’ fatta; si e’ sospeso tutto da un giorno all’altro con piu’ di 100 mila occupati che rischiano il posto di lavoro e questa e’ la sostanza italiana. Dopo di che se si vuole discutere di un fondo europeo che sostenga gli investimenti per l’efficienza energetica, fonti rinnovabili e nuove tecnologie, siamo i primi a dirlo come lo stiamo dicendo da 15 anni”. “Ma -ha osservato Bersani- mi pare che i governi di destra stiano pensando a tutt’altro e dopo aver smantellato la coesione europea, non si puo’ poi evocare l’Europa. Non si puo’ azzopparla e poi chiedere che venga in aiuto”.

‘Mentre il ministro Tremonti afferma che sono necessarie azioni per sviluppare le rinnovabili _ dice il presidente dei verdi Angelo Bonelli _ il Governo a cui appartiene fa esattamente l’opposto”. Il decreto sul quarto conto energia la cui bozza circola da oggi e’ inaccettabile. Si fissa un limite alla potenza installata incentivata a 23 GW, meno della meta’ di quello tedesco, nel 2016, quindi a meno di 5 GW annui. In pratica il Governo in questa maniera compie una delle sue solite operazioni d’immagine. Da un lato sembra che incentivi le rinnovabili, mentre dall’altro tira il freno a mano all’unico settore che non aveva subito la crisi”.  ”Il decreto – sottolinea – non salva gli investimenti fatti in quanto e’ impossibile prevedere, in base allo schema, a che tariffa saranno allacciati gli impianti nel secondo semestre 2011, realizzando in questa maniera un vero e proprio stop al fotovoltaico, che e’ poi il risultato che si vuole ottenere. Il decremento degli incentivi durante quest’anno, inoltre, e’ troppo rapido e penalizza specialmente i piccoli impianti domestici delle famiglie che rappresentano il vero valore aggiunto del Conto energia visto che su 160mila impianti attivi in Italia, 120mila appartengono a famiglie. Incredibile, inoltre, che siano stati diminuiti anche gli incentivi relativi agli impianti installati su tetti bonificati dall’amianto che in questa maniera perdono di convenienza, visto l’alto costo della rimozione e dello smaltimento dell’amianto. Infine nulla si dice sull’incentivazione delle serre fotovoltaiche un settore innovativo e promettente. ”Con questo decreto il governo ha deciso di affossare un settore che nello scorso anno ha creato occupazione quanto quattro stabilimenti di Mirafiori – conclude Bonelli -. Per questo motivo noi Verdi domani saremo in piazza Montecitorio con gli operatori delle rinnovabili per ribadire il nostro sostegno agli occupati e agli imprenditori di un settore fondamentale per il futuro dell’Italia”.

E oggi si svolgera’ il primo sciopero nazionale dei lavoratori dell’intero comparto del fotovoltaico e delle aziende collegate con il settore delle energie rinnovabili. Lo annunciano Fim, Fiom e Uilm che “hanno indetto questo sciopero per chiedere modifiche radicali al decreto sulle energie rinnovabili del 3 marzo scorso; decreto che ha avuto l’effetto immediato di bloccare l’intera filiera del fotovoltaico in Italia. Da allora, infatti, si sono registrati annullamenti di ordini e messa in discussione dei finanziamenti da parte delle banche. Moltissime aziende hanno ridimensionato i piani di investimento e, in molti casi, hanno annunciato processi di delocalizzazione e avviato il ricorso ad ammortizzatori sociali. La filiera del fotovoltaico e delle energie rinnovabili in Italia stava faticosamente crescendo e qualificandosi. L’intero settore, tra i pochi in crescita in questo periodo, da’ lavoro, compreso l’indotto, a circa 100mila persone”.