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Rinnovabili, ancora incertezza alla Conferenza Stato-Regioni

28 aprile 2011 0 commenti

Energia rinnovabileAlla Conferenza Stato-Regioni, convocata per domani a Roma per discutere il destino del decreto Romani sulle energie rinnovabili, il presidente Luca Zaia si presenterà senza un mandato ufficiale del Consiglio. La risoluzione che i consiglieri di minoranza avevano presentato e che la capogruppo del Pd Laura Puppato aveva simbolicamente consegnato in mattinata a Zaia, non ha infatti superato, per alcuni voti, lo scoglio procedurale della unanimità necessaria per essere discussa immediatamente.

La risoluzione sulla quale le opposizioni avevano chiesto il pronunciamento del Consiglio impegnava il presidente della Giunta a sostenere alcune significative modifiche alla proposta governativa del cosiddetto “Quarto Conto Energia”. Tra queste l’eliminazione dei limiti annuali di potenza istallata negli impianti fino a 500 KW, procedure più trasparenti per l’iscrizione al registro dei grandi impianti, riduzione delle tariffe, riconoscimento della tariffa incentivata alla data certificata di fine lavori, affidamento al gestore dei servizi elettrici della certificazione di fine lavori, incentivi per la rimozione delle coperture di amianto da sostituire con impianti fotovoltaici. La risoluzione chiedeva anche il riconoscimento dei diritti acquisiti e la non retroattività delle norme.

Nel presentare il documento alla stampa, i capigruppo di opposizione avevano sottolineato le gravi conseguenze che il decreto avrò per il Veneto ed auspicato perciò la sua radicale modifica per venire incontro alle esigenze sia dei privati cittadini, che hanno pratiche in corso o lavori già avviati, sia delle imprese che producono attrezzature e materiali per gli impianti, costrette diversamente a fare i conti con una drastica riduzione degli ordini. Sulla necessità di superare una politica energetica incerta e non chiara ha insistito il capogruppo dell’Udc Stefano Valdegamberi. Di decisione governativa “scandalosa”, unicamente mirata a predeterminare le condizioni per la scelta nucleare – ha parlato l’esponente dell’Idv Antonino Pipitone.

Sulle drammatiche conseguenze del decreto Romani nei confronti del Veneto, dove operano centinaia di aziende del settore fotovoltaico, con migliaia di lavoratori, ha insistito il capogruppo del Pd Laura Puppato. Andrea Causin ha giudicato vergognosa la decisione del Governo di cambiare le regole a partita avviata ed ha perciò ravvisato la necessità di rispettare almeno i contratti in corso. Preoccupazione per le conseguenze immediate sulle aziende e sui lavoratori ma soprattutto per il danno che il decreto Romani, se confermato, provocherà sugli investimenti a lunga scadenza e sulla ricerca è stata espressa dal consigliere del Pd Stefano Fracasso.