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Di Pietro, appello a Napolitano: “Sbarri la strada alla truffa sul referendum”

5 maggio 2011 0 commenti

No al nucleare“Meglio tardi che mai verrebbe da dire, resta l’amarezza per i trucchi per arginare il voto parlamentare e resta l’amarezza per la scarsa considerazione del corpo elettorale e dello stato di diritto. Siamo di fronte a un regime dittatoriale che sta svuotando tutti gli strumenti della democrazia”. Cosi’ il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, intervistato da Agl, sull’approvazione del regolamento della par condicio da parte della Commissione di Vigilanza.

“Per questo continuo ad appellarmi al Capo dello Stato. Chi, se non il garante della Costituzione, dovrebbe intervenire?”. Sul pronunciamento della Cassazione riguardo al nucleare, Di Pietro sottolinea: “Stiamo gia’ scrivendo la nostra memoria per la Corte. La Cassazione potra’ esprimere solo un pronunciamento di merito. Solo Napolitano potrebbe sbarrare la strada alla truffa del premier che fa approvare un decreto legge in cui annuncia la moratoria sul nucleare e subito dopo dichiara che e’ solo un espediente per non far votare gli italiani e che il suo governo, scavallato il referendum, dara’ il via libera alle centrali”.

“Questo- prosegue- e’ un atteggiamento incostituzionale, si vogliono privare i cittadini del diritto al voto. Per questo io chiedo al Capo dello Stato di rinviare indietro la legge truffaldina dichiarandola non promulgabile”. Per il leader dell’IdV “e’ gia’ troppo tardi” per informare i cittadini. “Tra l’altro- aggiunge- le schede sul nucleare non potranno essere pronte prima della sentenza della Corte il che significa che il quorum non e’ piu’ del 50% ma del 60% perche’ i quattro milioni di italiani che vivono all’estero saranno tagliati fuori visto che non riceveranno in tempo le schede. Anche questo e’ un raggiro. Il Capo dello Stato non ha niente da dire?”.

Ma ora la Rai fara’ informazione sui quesiti? “Si’- risponde Di Pietro- ma se poi i microfoni dei Tg saranno sotto i musi di chi scoraggera’ il voto saremo da capo a dodici. La verita’ e’ che Berlusconi teme soprattutto il referendum sul legittimo impedimento, ancora una volta per le sue vicende personali”.