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Spiagge in concessione ai privati per 90 anni. Insorgono gli ambientalisti, protestano Pd e Idv

5 maggio 2011 0 commenti

spiaggiaArriva il ”diritto di superficie” per gli arenili che durera’ 90 anni e potra’ riguardare anche ”aree gia’ occupate lungo le coste da edificazioni esistenti, aventi qualunque destinazione d’uso in atto alla data in vigore del presente atto, ancorche’ realizzate su spiaggia, arenile ovvero scogliera”. E’ quanto prevede la bozza del decreto sullo sviluppo nell’articolo che introduce il diritto di superficie che prevede il pagamento annuale di un corrispettivo all’agenzia del Demanio ”sulla base di valori di mercato” e anche l’accatastamento delle edificazioni. Rimane il diritto al raggiungimento della spiaggia.  Le vecchie edificazioni esistenti possono essere mantenute solo ”in regime di diritto di superficie” che prevede oltre al pagamento del corrispettivo anche l’accatastamento. Gli immobili che non rispetteranno questa procedura – e’ scritto nella bozza – e quelli ”realizzati successivamente alla data di entrata in vigore del presente articolo sono senz’altro acquisite di diritto alla proprieta’ del demanio e abbattute in danno di colui che le ha realizzate. Le violazioni alla normativa vigente in materia urbanistico-edilizia ed ambientale, incluse quelle di rilevanze penale, commesse su aree costituite da spiagge arenili e scogliere continuano ad essere perseguite ai sensi della legislazione vigente. E – viene stabilito – fuori dai casi regolati dal nuovo articolo ”nulla e’ innovato in materia di demanio marittimo”.

INDIGNATI LEGAMBIENTE E WWF

“Mai avremmo potuto immaginare di raggiungere un punto cosi’ basso: il Belpaese smembrato e devastato dal cemento, in mano alla criminalita’ e agli speculatori con l’avallo del Governo”. Cosi’ Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ha commentato il testo del Dl sviluppo varato oggi dal Consiglio dei Ministri.
“La deregulation totale introdotta con il nuovo Piano casa – ha continuato Cogliati Dezza – con l’autocertificazione per tutte le nuove costruzioni e col passaggio dalla Dia alla Scia e i vari premi in
cubatura, condannano il nostro Paese alla devastazione e all’affermazione delle leggi tribali dove il piu’ forte, in questo caso il piu’ ricco e spregiudicato, vince su tutti e fa quel che vuole del
patrimonio comune. Principio confermato anche dall’articolo sul diritto di superficie delle spiagge che, in modo totalmente illogico e anacronistico, di fatto privatizza il patrimonio costiero cedendolo
a pochi soggetti piu’ ricchi a scapito dell’intera cittadinanza cui viene alienato il diritto di usufruire liberamente del territorio e delle parti piu’ preziose del nostro paesaggio”. E il presidente di
Legambiente lancia un appello “ai costruttori e all’Ance in primis, affinche’ si dissocino da questo ‘Dl sottosviluppo’ che non va nemmeno nell’interesse dei costruttori onesti ma solo degli abusivi e
degli speculatori”.

Il Wwf considera di “una gravita’ assoluta la possibilita’ di concessioni demaniali 90ennali per le spiagge italiane”. Lo Stato ha cosi’ “ceduto clamorosamente e
irresponsabilmente alle richieste dei gestori degli stabilimenti balneari, che dopo aver speculato per anni sui beni demaniali con guadagni enormi a fronte dei quali lo Stato riceveva cifre irrisorie,
ottengono oggi tempi cosi’ lunghi da permettere un ulteriore incremento di infrastrutture con investimenti importanti che verranno comunque ammortizzati in tempi inferiori a quelli delle concessioni riconosciute”.  Le spiagge concesse ai privati sono in questo modo “definitivamente sottratte ai cittadini”. E’ infatti “sotto gli occhi di tutti che gli stabilimenti balneari, le cui concessioni sono raddoppiate negli ultimi decenni (da circa 5mila a circa 10mila) si sono trasformati in vere e proprie cittadelle, con negozi, ristoranti, palestre e centri benessere”.
 Si tratta in sostanza di “un processo di cementificazione, caratterizzato da innumerevoli abusi edilizi e violazione dei termini di concessione- denuncia il Wwf- che e’ letteralmente scappato di
mano allo Stato e che il Governo legittima non riuscendo ne’ a controllarlo ne’ a gestirlo, anzi favorendolo con questi provvedimenti. Si e’ introdotto il presupposto per creare diritti da cui per un
secolo sara’ impossibile tornare indietro”.  Insomma, “di fatto il Governo ha svenduto le spiagge italiane piu’ accessibili e piu’ remunerative”, conclude l’associazione.

TREMONTI: LE SPIAGGE RESTANO PUBBLICHE

“Il diritto di superficie di durata novantennale per gli insediamenti turistici che insistono su terreni pubblici “non e’ una vendita: le spiagge resteranno pubbliche. Questo diritto riguarda quello che c’e’ dietro” assicura il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ricordando che “diritti di lunga durata come questo sono diffusi e utiilizzati in tutto il mondo” e chiarendo che “se le condizioni vengono meno, il diritto viene revocato. Gli imprenditori devono essere in regola col fisco, con la previdenza e pensiamo debbano assumere giovani”.  Tremonti ha specificato che si tratta di un “meccanismo in divenire. Dipende tutto dai comuni perche’ col federalismo demaniale abbiamo dato tutte queste strutture ai comuni e alle regioni ma – ha
aggiunto – riteniamo che il governo centrale abbia ancora il diritto di concedere i terreni. Le entrate andranno ai comuni, alle regioni e – ha concluso – al ministero dell’Interno per le zone a burocrazia
zero”.

PD: UN REGALO AI PIU’ FURBI

”Per il governo l’ambiente e’ un patrimonio da svendere e non da tutelare. E’ indecente che in un decreto che l’esecutivo ha il coraggio definire di sviluppo sia fissata nero
su bianco la peggiore idea di appropriazione privata a vantaggio dei piu’ forti e dei piu’ furbi di una ricchezza comune come le spiagge e l’intero territorio del nostro Paese”. Lo dice la responsabile
ambiente del Pd Stella Bianchi.  ”Non e’ accettabile – aggiunge – che si possa immaginare di privatizzare – per altro a costo zero – tratti delle nostre coste, come di fatto accadrebbe con una concessione di ben 90 anni. Ed e’ altrettanto indegno di un Paese civile incoraggiare, di fatto, pratiche di abusivismo edilizio che si aggiungono ai diversi condoni che il territorio ha dovuto gia’ subire. Tanto piu’ che l’Italia ha gia’ contato centinaia di vittime dovuto non solo a frane e alluvioni ma soprattutto alla presenza di costruzioni abusivi su territori a rischio. Il governo sfregia la bellezza del Paese e pregiudica lo sviluppo, sano, che si puo’ costruire sul patrimonio culturale e artistico”.

 IDV: PER META’ POLPETTA AVVELENATA PER META’ VERGOGNA

”Per meta’ una polpetta avvelenata e per l’altra una vergogna” cosi’ Massimo Donadi, presidente dei deputati IDV, commenta le norme contenute nel dl sviluppo che
regolamentano le spiagge e gli stabilimenti balneari.  ”Una polpetta avvelenata perche’ il diritto di superficie non potra’ riguardare gli stabilimenti balneari situati su spiagge che appartengono al demanio indisponibile dello Stato, che sono circa il 90 per cento degli stabilimenti balneari e per i quali questo provvedimento non risolvera’ il problema di fondo, ovvero l’esigenza di avere concessioni di un durata sufficiente per avere una seria programmazione finanziaria dei proprio investimenti” spiega Donadi.  ”Una vergogna, perche’ al rimanente 10 per cento, che insiste sul demanio disponibile, sui quali si potra’ attivare, si attribuisce un privilegio inaccettabile. Di fatto, e’ una vendita e portera’ ad operazioni e speculazioni a danno dello stato e dei cittadini. Ancora una volta il governo si confermano per quello che e’, una banda di incompetenti e di sodali con tutti i furbetti d’Italia” conclude Donadi.