Studio: l’ecopass milanese ha fatto crollare le polveri ultrafini
Gli scettici dell’Ecopass, misura che ha reso ‘off limits’ Milano fino alla prima cintura alle auto inquinanti, potrebbero doversi ricredere. Se a sostegno delle loro tesi chiamavano in causa gli immutati livelli di Pm10 nell’aria, oggi sono gli scienziati a smentire l’assunto secondo cui queste misure non fanno bene all’aria metropolitana. Gli interventi di riduzione e regolamentazione del traffico – Ecopass in testa – sono amici dei polmoni e del sangue dei cittadini. Perche’ abbattono delle particelle considerate dagli scienziati ben piu’ pericolose delle Pm10: le polveri ultrafini, misurabili con un nuovo parametro, il ‘black carbon’. I livelli calano del 47% nelle strade sottoposte a Ecopass e del 62% nelle aree pedonali rispetto a quelle a libera circolazione.
E’ la conclusione a cui e’ arrivato un gruppo di ricercatori italiani che firma uno studio pubblicato sulla rivista ‘Atmospheric environment’ e presentato all’11esimo Congresso regionale Lombardia della Societa’ italiana di medicina generale (Simg), in corso fino a domani a Cavenago di Brianza (Monza Brianza). “Abbiamo dimostrato – sottolinea Giovanni Invernizzi, coordinatore dello studio e responsabile del Laboratorio di ricerca ambientale della Simg – che gli interventi di regolamentazione del traffico, in particolare l’Ecopass, in determinate aree urbane, possono determinare benefici per la salute dei cittadini”. Teatro della ricerca la metropoli lombarda. “Abbiamo misurato per tre giorni la qualita’ dell’aria in tre diverse aree di Milano, distanti solo un chilometro l’una dall’altra, scelte in base alla diversa regolamentazione del traffico (senza nessuna restrizione, Ecopass, zona pedonale) e tutte confluenti in Piazza Duomo”, spiega Invernizzi.
Due gli indicatori utilizzati: il PM10 e un nuovo parametro, il black carbon, destinato secondo gli scienziati a diventare a breve il vero indicatore di pericolosita’ delle polveri urbane a livello mondiale. “Non sono emerse differenze nelle concentrazioni di Pm10 nelle tre zone – rileva l’esperto – Invece i livelli di black carbon sono calati rispettivamente del 47% nelle strade sottoposte a Ecopass e del 62% nelle aree pedonali rispetto a quelle a libera circolazione. La riduzione del traffico si traduce quindi in una minore esposizione agli agenti inquinanti”.
Il nuovo indicatore (detto anche carbonio elementare) misura le polveri ultrafini (di dimensioni inferiori a 0,1 micron) che, a differenza delle polveri di dimensioni maggiori contenute nel Pm10, non si fermano nelle prime vie respiratorie, ma sono cosi’ sottili da penetrare nei polmoni e nel sangue. “Con gravi conseguenze per il nostro sistema respiratorio: scatenano attacchi d’asma, allergie, episodi di riacutizzazione della Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco, ostruzione cronica e non completamente reversibile delle vie aeree che conta 2,6 mln di pazienti e causa ogni anno 18 mila morti)”, elenca Germano Bettoncelli, presidente del comitato scientifico del congresso. “Queste nanoparticelle sono emesse in particolare dagli scarichi dei veicoli e sono rilevabili solo vicino alla fonte inquinante, quindi nelle strade congestionate dal traffico, per poi diluirsi a una distanza di circa 200 metri”.
Lo scorso inverno il capoluogo lombardo e altre citta’ della Pianura Padana hanno fatto registrare continui superamenti dei livelli massimi di Pm10 stabiliti dall’Ue. “Per piu’ di 35 giorni consecutivi nei primi 2 mesi del 2011 Milano ha oltrepassato la soglia di 50 microgrammi per metro cubo – spiega Aurelio Sessa, presidente Simg Lombardia – Questo e’ il numero di sforamenti consentiti nel corso di un anno. E’ provato che chi vive a meno di 200 metri da una strada ad alta intensita’ di traffico corre un rischio fino a tre volte piu’ alto di peggioramento dell’asma”.
Ma non sono solo i polmoni a essere danneggiati dallo smog, continua Sessa. “Ogni aumento di 10 microgrammi per metro cubo di polveri sottili determina un incremento della mortalita’ totale.
Le vittime sono soprattutto i bambini, gli anziani e le persone con malattie croniche”. Il carbonio elementare e’ la parte di Pm10 “piu’ pericolosa – conclude Invernizzi – perche’ e’ rappresentativo di
sostanze particolarmente dannose per la salute, gli inquinanti idrocarburi policiclici aromatici. La sua distribuzione spaziale e’ tale da evidenziare differenze di concentrazione persino tra il centro
della strada e il marciapiede. E’ chiaro che l’utilizzo di questo nuovo parametro potrebbe portare a un aumento dei giorni di blocco del traffico”.
Le tre aree in cui e’ stato svolto lo studio sono Corso Buenos Aires (zona senza restrizioni), Corso Venezia (Ecopass) e Piazza Duomo (zona pedonale); Corso Lodi (zona senza restrizioni),
Corso di Porta Romana (Ecopass) e Piazza Duomo; Corso Vercelli (zona senza restrizioni), Corso Magenta (Ecopass) e Piazza Duomo. La ricerca e’ stata condotta per tre giorni nel mese di
luglio 2010 perche’ d’estate le concentrazioni di polveri inquinanti dovute al traffico non si sommano a quelle che derivano dal riscaldamento delle abitazioni e degli uffici come nel periodo
invernale, permettendo di discriminare meglio i livello di inquinanti nelle zone a diversa intensita’ di traffico.