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Sostenibilità: Decolla dalla Svizzera il Solar Impulse, l’aereo ‘a sole’

13 maggio 2011 0 commenti

SWITZERLAND SOLAR IMPULSEIl ‘segreto’ del Solar Impulse, l’eco-velivolo decollato stamani alle 8,40 da Payerne, Svizzera, sono le 11.628 celle fotovoltaiche poste sulla superficie superiore dell’ala e sulla coda, capaci di sviluppare una potenza simile a quella del primo aeroplano dei fratelli Wright (1903). Diretto a Bruxelles con una velocità di crociera intorno ai 60 km/h, volando a una quota di circa 3.800 metri, il Solar Impulse è un velivolo ultraleggero, quadrimotore, ad ala alta, realizzato presso il Politecnico Federale di Losanna.

Già prodotto in forma di prototipo, l’eco-aereo – che sta tenendo mezza Europa col fiato sospeso (il sito che segue in diretta il volo è bloccato per eccesso di connessioni) – è caratterizzato dalla possibilita’ di librarsi senza combustibile in quanto alimentato ad energia solare. Lo scopo finale del progetto è quello di dimostrare la possibilità di circumnavigare il globo terracqueo in 20-25 giorni.

I promotori del progetto sono Bertrand Piccard, Andre’ Borschberg, Luigino Torrigiani e Brian Jones. Bertrand Piccard, in particolare, è il figlio di Jacques Piccard, il primo (e unico) uomo a toccare nel 1960 – a bordo del batiscafo ‘Trieste’ – il
fondo della Fossa delle Marianne, a una profondità di 10.916 metri.

Tra il 7 e l’8 luglio 2010, il velivolo si è mostrato in grado di volare per 24 ore, mantenendosi in volo durante la notte grazie alla carica accumulata durante il giorno. Lungo 21,85 m, il Solar Impulse ha un’apertura alare di 63,40 metri, e’ alto 6,40 mt e pesa vuoto 1.600 kg. E’ spinto da 4 motori elettrici della potenza di 7,46 kW (10 Hp) ciascuno.

L’eco-aeroplano ha un’apertura alare pari a quella di un Airbus A340. Sotto l’ala vi sono quattro navicelle, ciascuna delle quali contiene un insieme di accumulatori litio-polimero, un motore da 10 HP e un’elica a due pale. Per mantenere la sua caratteristica ultraleggera, si è utilizzata una struttura personalizzata a nido d’ape, realizzata con un sandwich di fibra di carbonio.

L’accumulo dell’energia occorrente al volo è affidata, durante il giorno, alle celle fotovoltaiche poste sulla superficie superiore dell’ala e sulla coda. L’energia così generata viene spesa in parte per far volare l’aereo e in parte per ricaricare le batterie in modo da permettere il volo anche di notte. Il vincolo di progetto piuù stringente è stato proprio la capacità degli accumulatori al litio polimero.

Il progetto è in parte finanziato da società private come Solvay, Omega SA, Deutsche Bank, Bayer MaterialScience (divisione del gruppo Bayer), Altran Technologies e Swisscom. Il Politecnico Federale di Losanna, l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e la Dassault forniscono la necessaria competenza scientifica e aeronautica. Dall’aprile 2008, il progetto Solar Impulse beneficia anche del patrocinio della Commissione Europea.

L’eco-aereo è nato all’inizio del decennio scorso, quando nel 2003 ha preso il via lo studio di fattibilita’ all’Epfl, l’Ecole polytechnique fédérale de Lausanne. Nel 2004-2005 c’è stato lo sviluppo dell’idea, mentre è del 2006 la simulazione di voli largo raggio. Bisogna aspettare al 2006-2009 per il prototipo. Risale allo scorso anno, invece, il primo test di volo, mentre la prova sulla cpacità di rimanere in aria 24 ore è stata efftuata tra il 7 e l’8 luglio del 2010. Oggi il volo di prova e nel 2012 si pensa alla circumnavigazione terrestre.