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Vittoria degli ambientalisti: bloccata la futura centrale a carbone di Porto Tolle

17 maggio 2011 0 commenti

imagesCAXS1GGPStop al carbone. Con un vero colpo di scena è stato accolto il ricorso al Consiglio di Stato sulla riconversione a carbone della centrale Enel a Porto Tolle. Viene cosi’ annullato il decreto del 29 luglio 2009 del ministero dell’Ambiente, che ha dato parere positivo alla Via (Valutazione d’impatto ambientale) del progetto di riconversione.

 A stabilirlo è stato il Consiglio di Stato, sezione sesta, secondo il dispositivo della sentenza depositato oggi e discusso il 10 maggio dai magistrati Rosanna De Nictolis (presidente), Roberto Garofoli, Roberto Giovagnoli, Gabriella De Michele, Fabio Taormina.  

I ricorrenti, tra cui il Wwf,  Greenpeace, Italia Nostra, operatori turistici, alberghieri, e di balneari, associazioni di pescatori, e cittadini organizzati in gruppi, avevano impugnato il provvedimento del ministero dell’Ambiente prima al Tar che pero’ a giugno dell’anno scorso aveva avuto esito negativo. Oggi, invece il Consiglio di Stato, di cui si attendono le motivazioni, rende nullo il decreto con il parere favorevole sulla Valutazione ambientale da parte del ministero dell’Ambiente.

“E’ una gradissima soddisfazione. Il carbone e’ il combustibile fossile che maggiormente contribuisce alle emissioni di anidride carbonica e, quindi, ad aggravare il fenomeno dei cambiamenti climatici- dice Stefano Leoni, presidente del Wwf Italia– e’ inoltre molto dannoso per la salute della popolazione e per le attivita’ economiche, dall’agricoltura al turismo. E’ ora che la politica energetica italiana si affranchi dagli interessi di parte, che siano il nucleare o il carbone. Il futuro e’ nell’efficienza energetica e nelle rinnovabili”.

Anche Greenpeace ”esulta per la decisione del Consiglio di Stato che, ribaltando l’incredibile verdetto del Tar del Lazio, dichiara illegittimo il decreto con cui nel 2009 il Ministero dell’Ambiente ha dato parere positivo sulla compatibilita’ ambientale al progetto di riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle”.  ”Battuta quindi la tesi dell’Enel – si legge in una nota dell’associazione ambientalista – secondo cui la centrale a carbone sarebbe meno inquinante di una equivalente centrale a gas, grazie ai camini piu’ alti che abbassano le concentrazioni al suolo degli inquinanti”.  ”Il carbone – ricorda Alessandro Gianni’, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia – e’ il peggior killer del clima del pianeta. Non e’ possibile ritenerlo ambientalmente compatibile con nulla, men che meno con una zona fragile come il Delta del Po”.   ”Dopo l’esito del referendum in Sardegna, con quasi il 98% dei cittadini che dicono no al nuclear,- continua Greenpeace – questo e’ un altro segnale chiaro per l’Enel e per chiunque voglia continuare a usare combustibili sporchi. L’unica speranza per il nostro futuro e’ una rapida rivoluzione energetica che si basi su rinnovabili ed efficienza. E’ possibile e conviene dal punto di vista economico, dell’occupazione, dell’innovazione tecnologica”.

“E’ una vittoria per l’ambiente e per chi, insieme a noi, si e’ battuto e si battera’ ancora perche’ il futuro energetico del Paese parli di efficienza e rinnovabili e non di fonti fossili. Quella Via data con tanta facilita’ era un errore che il Consiglio di Stato ha corretto difendendo le ragioni del ‘no’ al carbone”. Cosi’ Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, commenta il dispositivo della sentenza del Consiglio di Stato.  “Quella di Porto Tolle- aggiunge Cogliati Dezza- e’ solo una delle tante riconversioni di centrali a carbone che si vogliono fare nel Paese senza tenere nella giusta considerazione l’impatto sul clima e facendone pagare le conseguenze in termini economici e di salute ai cittadini”.   Contro una politica “cosi’ poco lungimirante continueremo ad opporci in tutte le sedi possibili perche’ il carbone non rappresenta la soluzione ambientalmente compatibile ai problemi energetici dell’Italia- conclude il presidente di Legambiente- l’autorizzazione di nuovi progetti a carbone deve essere vincolata all’operativita’ della cattura e del confinamento geologico dell’anidride carbonica sul modello britannico”.