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Wwf: le aree marine protette italiane hanno a metà dei fondi che servirebbero

24 maggio 2011 0 commenti

tremitiPer i parchi marini solo spiccioli. Il occasione della giornata europea dei parchi  il WWF  lancia un grido di allarme per le aree marine protette, importantissimo presidio dell’ecosistema marino oggi ridotto allo stremo delle forze a causa di un tagli ai trasferimenti statali che non consente nemmeno la sopravvivenza dell’Ente. 

Le 27 aree marine italiane ricevono ad oggi dallo Stato poco più di 5 milioni di euro. Ce ne vorrebbero almeno il doppio, visto che per sopravvivere avrebbero bisogno di almeno 400.000 euro ciascuna che moltiplicati per 27 superano i 10 milioni di euro. “Se le aree marine non saranno di nuovo rimesse nella possibilità di operare – dice Dante Caserta consigliere del WWF Italia delegato alle aree protette – si perderanno le competenze e le conoscenze che hanno permesso in questi anni di gestire in modo eccellente molte aree marine. Sono enti che hanno permesso anche la gestione sostenibile di quelle
attività generalmente impattanti come la pesca”. 
Il sistema delle aree protette del nostro Paese ha raggiunto importantissimi risultati grazie alla legge quadro sulle aree protette, la L. 394/91 che ha permesso di passare dallo 0.6% del territorio italiano protetto negli anni ’60 all’odierno 11%.  Le 104 Oasi del WWF di cui pochi giorni fa si è celebrata la consueta giornata di festa, sono una parte importante di questo sistema a cui contribuiscono con i loro oltre 30.000 ettari, tra cui 10 riserve dello Stato di cui fanno parte le tre marine di Miramare a Trieste, Torre Guaceto in Puglia e la recentissima oasi affiliata della Punta a Pioppi nel Cilento.

A fronte però di una superficie di tutto rispetto, la situazione dei parchi italiani è ancora critica.  Ogni anno infatti ci si batte per far assegnare alle aree protette nazionali e regionali i fondi necessari per la loro sopravvivenza, cosa che è garantita in tutti i Paesi del mondo. Inoltre la stessa legge quadro che tra pochi mesi compirà 20 anni, non è stata del tutto applicata, si pensi ai piani di assetto o ai regolamenti, alla operatività degli incentivi o alla disciplina delle aree contigue o al mancato trasferimento delle Riserve Statali agli Enti gestori dei Parchi. “Si continua a parlare solo e sempre di sopravvivenza _ sottolinea il wwf _ senza però neanche il minimo accenno ad una politica a lungo termine capace di riconsegnare alle aree protette la loro funzione di arrestare la perdita di biodiversità e di costituire i nodi della rete ecologica nazionale mettendole a sistema anche con i siti Natura 2000″.