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CIA: ”Gli ortaggi contaminati sono un fantasma, non fatevi prendere dal panico”

27 maggio 2011 0 commenti

178487-prezzemolo”No” agli allarmismi. Nonostante l’Italia importi ogni anno poco meno di 10 milioni di chili di cetrioli dalla Spagna, ”non sussiste nessun pericolo per le nostre tavole. I controlli delle autorità preposte sono una garanzia”. Non solo: l’etichetta – obbligatoria per i prodotti ortofrutticoli – tutela il ”made in Italy” e permette ai consumatori ”un acquisto oculato e consapevole”. E’ quanto sostiene la Cia – Confederazione italiana agricoltori – in merito alla psicosi che si è diffusa in Germania per l’epidemia provocata dal batterio Ehec (noto con il nome di Escherichia coli) riscontrato, appunto, in partite di cetrioli provenienti dal paese iberico e che ha gia’ causato vittime e numerosi intossicati.

Ovviamente, l’allarme e la paura della popolazione tedesca ”puo’ avere effetti negativi per le nostre esportazioni di ortaggi e verdure fresche in Germania, che lo scorso anno hanno raggiunto quota 500 milioni di euro- avverte la Cia- e questo perche’ i tedeschi, a seguito dell’epidemia, oltre ai tanto amati cetrioli guardano con estrema diffidenza a tutti i tipi di ortaggi”. E cosi’ i consumi stanno subendo ”un vero e proprio crollo: mense aziendali, grandi catene di fast-food, supermercati e panetterie hanno, infatti, messo al bando insalate e verdure crude”. Un’esclusione che ha addirittura colpito le produzioni biologiche. Un panico che ha gia’ avuto ”pesantissime conseguenze per gli agricoltori tedeschi e che sta praticamente bloccando le importazioni”. E anche per il nostro agroalimentare, dunque, ”suona l’allarme”.

La Cia, quindi, invita gli italiani ”a non farsi contagiare da ingiustificate psicosi alimentari, come e’ purtroppo avvenuto negli anni passati”. Emergenze (vedi Bse, aviari, “mozzarelle blu”, diossina) hanno determinato gia’ crolli verticali e per l’agricoltura si sono tradotti in danni di miliardi di euro.