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Nucleare: 250 anziani giapponesi si offrono come volontari a Fukushima

2 giugno 2011 0 commenti

Sono stati chiamati il ‘Corpo dei suicidi’, ma i 250 anziani giapponesi che si sono offerti come volontari per lavorare alla messa in sicurezza della centrale nucleare di rifiutano l’appellativo. Piuttosto che come una banda di kamikaze senza paura, preferiscono essere descritti come un gruppo di cittadini responsabili, consapevoli del fatto che sull’organismo di un anziano le radiazioni agiscono più lentamente che su quello di un giovane. Consapevoli, anche, che fu della loro generazione la scelta del nucleare in Giappone e che ora spetta a loro porre rimedio alle conseguenze.

L'ingegner Yasuteru Yamada, 72 anni

L'ingegner Yasuteru Yamada, 72 anni

Fukushima

 La storia sta facendo il giro del mondo. La Cnn, tra gli altri, dedica un ampio servizio _ che puoi trovare QUI _ a questo ‘Corpo dei veterani qualificati’, come preferiscono definirsi, tutti di età dai 60 anni in su, che hanno annunciato di volere entrare in azione al posto dei circa 1.000 lavoratori impegnati attualmente a Fukushima. Perché, come spiega uno dei fondatori, il 72enne ingegnere in pensione Yasuteru Yamada, “gli anziani sono meno sensibili alle radiazioni. Per questo, dobbiamo fare la nostra parte”.

 Goshi Hosono, consigliere speciale del primo ministro giapponese per la crisi nucleare, nel definirli appunto il ‘Corpo dei suicidi’ ha però per il momento declinato la loro offerta di aiuto. Lo stesso ha fatto la Tepco, la società che gestisce l’impianto, spiegando che ci sono già abbastanza persone impiegate nel fronteggiare la crisi.  Loro, i 250 anziani, sostenuti da almeno 900 donatori, non demordono e affermano di non avere nessuna vocazione alla morte. Kazuko Sasaki, 69 anni, una delle co-fondatrici del gruppo, spiega una delle ragioni del loro impegno: “La mia generazione è quella che ha promosso la costruzione delle centrali nucleari. Se non ci prendiamo noi la responsabilità di quella scelta chi lo farà?”.

 La signora Sasaki analizza con pragmatismo anche i rischi connessi al lavoro nell’area contaminata di Fukushima. Un trentenne esposto alle radiazioni, spiega, può ammalarsi di cancro verso i 35 o 40 anni. Alla sua età, la malattia potrebbe sorgere intorno ai 75-80 anni, “e a quell’età potrei comunque avere già sviluppato un tumore”.  Nonostante i rifiuti finora ottenuti dalle autorità e dalla Tepco, l’ingegner Yamada si dice certo che alla fine la squadra di volontari verrà chiamata in azione a Fukushima. La ragione, spiega, è semplice: “Hanno bisogno di noi”.