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Clima: nelle città dell’Emilia Romagna (e non solo) fino a 10 gradi piu caldo che in campagna

9 giugno 2011 0 commenti

caldoIn citta’, a Bologna come a Modena cosi’ come nelle altre aree urbane dell’Emilia-Romagna _ e naturalmente non solo _  si registrano temperature fino a 10 gradi piu’ alte che in campagna, soprattutto in alcune stagioni e in alcune ore. Si chiamano “isole urbane di calore” e provocano picchi piu’ significativi del surriscaldamento globale.

 Il fenomeno e’ studiato da un progetto europeo coordinato da Arpa (l’agenzia regionale prevenzione ambiente) che sara’ presentato domani in un convegno a Bologna. Il progetto si chiama “Urban Heat Islands” e si propone di individuare modalita’ e strategie per contenere il fenomeno, mettendo sotto la lente quel che accade in alcune metropoli e concentrazioni urbane, tra cui quella che si estende da Modena a Bologna.  “In molti casi- spiega in una nota Stefano Tibaldi, direttore generale di Arpa Emilia-Romagna- l’urbanizzazione puo’ incidere sul clima locale di una citta’ piu’ intensamente e piu’ rapidamente di quanto non faccia il riscaldamento globale”. La colpa? Di una serie concomitante di fattori: si va dai materiali utilizzati nelle aree urbane, cemento e asfalto innanzitutto, che assorbono calore piu’ che rifletterlo alla carenza della vegetazione che e’ una superficie evaporante naturale; dall’aumento della superficie esposta a causa della ‘verticalita” dei palazzi, all’alto livello degli inquinanti che possono ridurre la ‘fuga’ di calore dall’atmosfera e al calore dissipato dagli impianti di riscaldamento o di condizionamento.

Il risultato, comunque, e’ sempre e uno solo: la creazione di un’isola di calore. Un’isola che cambia nel corso dell’anno e con il passare delle ore.  “I picchi d’intensita’– prosegue il direttore dell’Arpa- si verificano nelle stagioni estiva e invernale e durante la notte. Per quel che concerne il ciclo quotidiano, infatti, l’isola di calore si sviluppa gradualmente nel tardo pomeriggio e in serata e raggiunge la sua massima intensita’ nel corso della notte quando puo’ arrivare a un’intensita’ di 10 gradi centigradi e oltre. Mentre in campagna le superfici si raffreddano per irraggiamento sviluppando un’inversione termica, l’area urbana conserva una temperatura piu’ alta dando vita a quel che in gergo si chiama uno strato rimescolato notturno”.  Il progetto europeo durera’ 36 mesi coinvolgendo 17 partner istituzionali e scientifici di sei diversi Paesi (Austria, Germania, Polonia, Slovenia, Ungheria e Repubblica Ceca) oltre all’Italia. Insieme si studiera’ il fenomeno in alcune capitali, tra cui Vienna, Budapest e Praga ma anche nelle aree urbane di Modena-Bologna e di Venezia-Padova. Obiettivo: sviluppare una migliore conoscenza del fenomeno ma anche avviare un network transnazionale per monitorarne l’andamento e definire alcune strategie di mitigazione (dalle modalita’ di costruzione degli edifici alla disposizione di strade e parchi) o di adattamento, come la predisposizione di sistemi di allerta bioclimatica e l’organizzazione di servizi di assistenza per gli anziani.  Il progetto sara’ presentato domani alle 9 al Museo d’arte moderna di Bologna (via don Minzoni 14). Il convegno sara’ aperto dai saluti, tra gli altri, degli assessori regionali alla Mobilita’ Alfredo Peri e alle Attivita’ produttive e sviluppo sostenibile Giancarlo Muzzarelli.