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Napoli, rifiuti nelle fogne: 67 indagati e sequestrati 4 milioni di euro

14 giugno 2011 0 commenti

rifiutiRifiuti liquidi di varia natura, provenienti da abitazioni private, condomini e attività artigianali, smaltiti direttamente nelle fogne cittadine di Afragola, Cardito, Frattamaggiore, Giugliano e Trecase, nel Napoletano. Tutto senza autorizzazioni e contro la legge. E’ quanto emerso dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza su delega della Procura della Repubblica di Napoli. Sette i destinatari di un provvedimento di custodia cautelare in carcere, cinque dei quali appartenenti alla stessa famiglia, mentre sono 67 gli indagati. Nel corso dell’operazione `Veleno’ si è provveduto, inoltre, al sequestro di due aziende: la `Euroecologia Sas’ e `La Nuova Espurghi Italia’ il cui valore ammonta a circa 4 milioni di euro.

Secondo l’accusa, gli indagati erano operativi da anni e hanno continuato a sversare i rifiuti sia nelle fognature che su terreni agricoli, nonostante i diversi sequestri di mezzi subiti anche di recente. “L’operazione rappresenta il traguardo non finale di indagini complesse – ha detto in conferenza stampa il procuratore aggiunto Aldo De Chiara – la nostra area metropolitana è massacrata da rifiuti solidi urbani, ma anche speciali e pericolosi. Le indagini sono state condotte per alcuni anni, ma non sono terminate perché ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire. Ad aiutare le indagini controlli su strada, appostamenti e intercettazioni telefoniche che hanno consentito di svelare un panorama molto preoccupante”.

Il profitto di questo traffico illecito è stato ingente, sia per le somme ricavate dal ritiro dei rifiuti dalle aziende e dai produttori privati, sia per le spese non sostenute per lo smaltimento che si sarebbe dovuto effettuare secondo quanto previsto dalla legge. Gli indagati, tenuto conto degli automezzi a disposizione, dei turni di lavoro e dell’organizzazione delle imprese, hanno movimentato oltre 100mila tonnellate di rifiuti liquidi in circa tre anni, riuscendo a incassare profitti illeciti non inferiori ai 10 milioni di euro. Le indagini, iniziate dal sequestro di un camion nell’aprile 2008, si sono arricchite attraverso una “complessa attività di osservazione e pedinamento nonché di una capillare intercettazione e hanno – ha sottolineato il procuratore capo Giandomenico Lepore – consentito di acclarare che gli indagati non hanno interrotto la loro attività illecita nonostante diversi sequestri, ultimo dei quali il 26 maggio scorso”. “Si tratta di persone che hanno dimostrato di possedere particolare pervicacia e assoluta noncuranza dei controlli e dei sequestri subiti e che si sono mostrati insensibili all’azione di contrasto”. Gli arrestati hanno “agito sistematicamente in maniera illecita provocando consapevolmente enormi danni all’ambiente e cagionando indirettamente anche nocumento alla salute dei cittadini”.