Home » Redazione Ecquo » Apertura, Mare, Territorio »

Spiagge: dietrofront del governo sul diritto di superficie. Per ora

14 giugno 2011 0 commenti

spiaggiaLa notizia è clamorosa. Ma forse è meno positiva di quello che sembra.

La novità è che salta la norma del decreto sviluppo che prevedeva un diritto di superficie di 20 anni sulle spiagge. Ad annunciarlo è stato il relatore in commissione finanze, Maurizio Fugazzi, che ha spiegato che verranno riformulati in questo senso gli emendamenti presentati dal Pd. Rimangono in piedi le disposizioni sui distretti turistici.  “È evidente – ha commentato il presidente della commissione Finanze, Gianfranco Conte – che la questione verrà affrontata nella sua completezza in un altro provvedimento”, probabilmente nella comunitaria

E qui sta il punto. “L’eliminazione dei commi 1 e 3 dall’articolo 3 del Dl Sviluppo e’ un segnale importante che, pero’, non ci tranquillizza affatto visto che il governo ha dichiarato che la materia sara’ trasferita nella legge comunitaria” osserva il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, che aggiunge: “Il rischio cementificazione, purtroppo, resta inalterato perche’ restano in piedi i commi 4 e 5 che prevedono, attraverso le zone a burocrazia zero, di edificare su spiagge ed arenili”.   “La preoccupazione, quindi, resta alta perche’ una parte dell’obbrobrio normativo del governo sulle spiagge e’ rimasto in essere- conclude Bonelli- Secondo i dati dell’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente le spiagge italiane sono fra le piu’ cementificate d’Europa con il 60%”.

Eppure il Pd vede il bicchiere mezzo pieno. “Il Governo e’ stato costretto a fare marcia indietro su una scelta miope e sbagliata: il ‘diritto di superficie ventennale’ sulle spiagge oltre ad essere una minaccia per l’ambiente e per le coste italiane, di fatto rappresentava un rischio anche per le migliaia di imprese del settore balneare”. Lo afferma Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, commentando la decisione del Governo di stralciare dal ‘dl Sviluppo’ la norma sulle spiagge. “Si trattava di un’aberrazione normativa ritagliata sugli interessi di pochi grandi investitori e magari solleticare l’ingresso di capitali stranieri di dubbia provenienza”, conclude Realacci.

Soddisfatta anche Legambiente. “Un altro successo per i cittadini. Dopo la vittoria su nucleare e acqua pubblica, la cancellazione della norma che prevedeva il diritto di superficie sulle spiagge per 20 anni, rappresenta una nuova vittoria per tutti i cittadini, gli imprenditori onesti e per coloro che hanno a cuore i beni comuni. Questa estate e’ cominciata bene, ora avanti per liberare le spiagge dai cancelli e dal cemento”. Queste le parole di Sebastiano Venneri, vice presidente nazionale di Legambiente, che esprime soddisfazione per la notizia dello stralcio delle norme sulla privatizzazione delle spiagge nel Dl Sviluppo.  “Il vecchio decreto- continua Venneri- rappresentava un’aberrazione giuridica che non accontentava nessuno. Ne’ tanta parte degli imprenditori che hanno rischiato di venir scalzati dai grandi speculatori del settore, ne’ cittadini e turisti, che venivano di fatto privati del diritto di fruire di un bene pubblico per eccellenza”.

E così Fai e Wwf. Il dietrofront della maggioranza sul decreto sviluppo, “da’ ragione al Fai e il Wwf che avevano denunciato per primi con forza come, una volta concesso il diritto di superficie sulle spiagge, difficilmente si sarebbe potuti tornare indietro, con il rischio di consegnare il nostro litorale in mano ai privati che avrebbero acquisito un diritto edificare in aree costiere demaniali sinora libere”. Lo spiegano gli ambientalisti in un comunicato in cui aggiungono: “Bene che ci sia un ripensamento anche se ci auguriamo che la norma non rispunti tale e quale in un altro provvedimento”. Il che invece sempra probabile.

E soddisfatta anche Fiba-Confesercenti. la decisione distralciare le norme sul diritto di superficie di 20 anni per le spiagge viene accolta positivamente dai rappresentanti degli
stabilimenti balneari di Fiba.  ”Diamo atto a Governo e Parlamento di aver scelto la via piu’ saggia stralciando gli articoli che riguardavano gli stabilimenti balneari dal decreto sviluppo. E’ un positivo riconoscimento alla nostra giusta battaglia – continua Confesercenti – tesa ad evitare decisioni affrettate e pasticciate. Ora c’e’ lo spazio ed il tempo per lavorare tutti insieme alla definizione di una vera e convincente legge quadro che fissi nuove certezze per il settore e tuteli lavoro ed investimenti delle imprese”.

”Lo stralcio dei primi tre commi dell’art. 3 del Decreto Sviluppo inerenti il demanio pubblico. E’ una decisione saggia, che accoglie l’invito rivoltoci dalle associazioni di categoria, e ha l’obiettivo di definire un nuovo provvedimento capace di meglio rispondere alle esigenze degli operatori”. Lo dichiara Sergio Pizzolante (Pdl), membro della commissione Finanze della Camera che sta esaminando il decreto sviluppo assieme alla Bilancio.   ”E’ convinzione del Pdl, infatti – spiega Pizzolante – che sia necessario definire norme, condivise con l’Europa, in grado di garantire continuita’ nella gestione delle spiagge anche dopo il 2015 per gli operatori che hanno fatto investimenti e creato valore commerciale”.  ”Le imprese che operano sul demanio e che hanno creato un sistema di eccellenza unico in Europa – sottolinea il parlamentare del Pdl – vanno tutelate e non spazzate via da procedure di affidamento delle concessioni senza rete. Il decreto cosi’ come modificato dal confronto con il Quirinale non rispondeva piu’ del tutto a questo obiettivo”.   ”Il governo nei prossimi giorni convochera’ le categorie economiche – aggiunge Pizzolante – e riavviera’ il tavolo con le Regioni per una soluzione complessiva che dovra’ vedere la luce entro l’anno. Per quanto riguarda la procedura di infrazione europea, la norma di respingimento e’ nella legge comunitaria che arrivera’ in Aula tra due settimane”.