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Alta velocità Venezia-Trieste: la commissione Via dà ragione al Wwf. Basta “spezzatino”

17 giugno 2011 0 commenti

tav1“Come richiesto dal Wwf dovranno essere riunificati in un unico progetto preliminare (e relativo studio di impatto ambientale) e quindi in un’unica Valutazione di Impatto Ambientale (V.i.a.) i quattro progetti presentati lo scorso dicembre da Italferr, per conto di Rfi, relativi alla TAV nella tratta Venezia-Trieste“. Lo ha deciso la Commissione tecnica Via/Vas del ministero dell’Ambiente.
 Era stato infatti il Wwf “a rilevare in una lettera inviata al ministero lo scorso 4 gennaio l’anomalia rappresentata dal fatto che il progetto della Tav Venezia -Trieste fosse stata suddivisa da Italferr-Rfi addirittura in quattro tronconi (Mestre-Aeroporto M. Polo, Aeroporto-Portogruaro, Portogruaro-Ronchi dei Legionari e Ronchi dei Legionari-Trieste) con quattro diversi studi di impatto ambientale e quattro distinte procedure Via”. Inoltre, la documentazione “era stata inviata – in ritardo – alle Regioni e ai Comuni, limitatamente ai tronconi che interessavano i rispettivi territori”.  Si trattava, commenta il Wwf, “di un’evidente assurdita’, motivata solo dall’intento di ostacolare una completa comprensione degli impatti ambientali del progetto e di incentivare da parte delle comunita’ locali la ‘sindrome di nimby’, tanto deprecata a parole quanto favorita nei fatti”.

“Si trattava pero’ soprattutto- prosegue il Wwf- di una clamorosa violazione delle indicazioni ripetutamente fornite dalla Commissione Europea e dal ministero dell’Ambiente, che condannano decisamente lo ‘spezzatino’ (altrimenti noto come ‘project splitting’) dei progetti sottoposti a Via come avevamo sottolineato nella nostra lettera del 4 gennaio”.  Da cio’ l’immediata segnalazione, sia al ministero dell’Ambiente, sia alla Commissione europea (e anche a tutti gli enti locali interessati), con cui il Wwf – ai primi di gennaio – ha chiesto l’unificazione dei quattro progetti e delle procedure VIA in un unico progetto e relativa procedura.
 Lo “spezzatino” della Tav Venezia-Trieste, continua il Wwf, “e’ pero’ solo uno dei problemi”. L’esame dei quattro progetti e dei relativi studi di impatto ambientale, ha permesso infatti di “evidenziare innumerevoli gravi lacune ed errori nelle analisi degli impatti sull’ambiente e sul patrimonio naturale”. Una delle lacune “piu’ evidenti” rilevate e’ “la mancanza di alternative al tracciato presentato da Italferr-Rfi, e al tipo di opera previsto”. Eppure la Via “dovrebbe consistere soprattutto nell’esame comparativo di piu’ soluzioni, al fine di poter scegliere – previo approfondimento degli impatti sull’ambiente – quella preferibile”. Ma “ancor piu’ clamorosa la mancanza dell’analisi costi-benefici (prescritta per legge) e perfino di qualsivoglia dato sui costi dell’opera”.

La riunificazione dei progetti e degli studi in uno solo, “implichera’ inevitabilmente il riavvio della procedura Via”: il Wwf auspica che in questa fase “vengano colmate le lacune della
documentazione presentata da Italferr-Rfi e che sia le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, sia i Comuni, dimostrino stavolta maggiore determinazione, pretendendo il rispetto delle norme e un
serio approfondimento degli impatti del progetto”.