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Rifiuti: Acerra e Caivano non mollano. Napoli ancora sommersa da migliaia di tonnellate

20 giugno 2011 0 commenti

SOS_PLASNonostante gli sforzi sono almeno 2.400 le tonnellate di rifiuti nelle strade del comune di Napoli. Un weekend duro, quello appena trascorso. Dopo l’annuncio del sindaco partenopeo, Luigi de Magistris, di “liberare la città dai rifiuti entro martedì”, sono state avviate una serie di procedure per accelerare la raccolta in città, ma intoppi e proteste hanno generato blocchi e disservizi. E siamo alle solite.

Sabato scorso le delibere firmate dal presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, di avviare tre siti di trasferenza: due ad Acerra e uno a Caivano. Decisione che ha provocato la reazione, anche violenta, degli abitanti di Caivano che proprio nella serata di sabato hanno bloccato gli autocompattatori arrivando anche a momenti di tensione con le forze dell’ordine.

E adesso si mobilita pure Acerra. L’amministrazione comunale  ha dato mandato ai suoi legali  di presentare ricorso al Tar Lazio contro l’ordinanza firmata dal presidente della Provincia di Napoli. Lo ha annunciato il sindaco Tommaso Esposito, sottolineando di aver ribadito a Cesaro ”l’inopportunita’ politica e tecnica di portare altri rifiuti ad Acerra”.  ”Il nostro non puo’ essere un paese simbolo – ha detto Esposito – in quanto le ferite inferte alla nostra citta’ non sono state sanate e neanche lontanamente lenite, in quanto nessuno degli accordi e’ stato rispettato, a partire dall’ osservatorio ambientale, dagli esami epidemiologici che avevamo richiesto, e dai mancati ristori economici che sarebbero dovuti arrivare”.  Esposito, infine, ha annunciato che l’amministrazione comunale effettuera’ azioni di controllo sui rifiuti che arriveranno in paese, senza escludere ”azioni di contrasto” nel caso in cui non fosse tutto a norma.

Ieri la decisione del primo cittadino di Caivano, Antonio Falco, di firmare un’ordinanza che vieta l’ingresso al capannone individuato come sito di trasferimento. Un provvedimento che, di fatto, ha bloccato i conferimenti. Una posizione che resta ancora in piedi nonostante l’invito del prefetto di Napoli, Andrea De Martino, di rivedere le proprie posizioni. “Sono pronto a dimettermi, ma non ritiro la mia ordinanza – ha ribadito questa mattina Falco – non tradirò i miei 40mila cittadini. Il presidente Cesaro ha preso una decisione senza consultarci, quello di sabato è stato un blitz e il nostro territorio non lo merita. Abbiamo già – ha spiegato – uno Stir e un impianto per le ecoballe”.

A Caivano, infatti, secondo i piani dovrebbero essere ospitate circa 4mila tonnellate di immondizia provenienti dal capoluogo campano e dalla sua provincia in un sito di trasferenza, ma la decisione continua a essere osteggiata dal sindaco. “Ognuno resta delle proprie posizioni – ha dichiarato Falco lasciando il Palazzo della Provincia – io non ritiro la mia ordinanza e a Caivano non si può sversare“. Una rigidità che il presidente Cesaro ha accolto con “preoccupazione” delegando ad altri di “valutare la fondatezza” della decisione del primo cittadino caivanese ribadendo come la delibera che dispone l’apertura dei siti di trasferenza sia stata “assunta e condivisa con il prefetto di Napoli, la Regione Campania e il Comune di Napoli”.

Il blocco di Caivano, intanto, ha penalizzato la raccolta di queste ore ulteriormente aggravata dal mancato apporto dei lavoratori di Lavajet, azienda appaltatrice di Asia (Spa che provvede alla raccolta e allo spazzamento a Napoli, ndr) che si occupa della rimozione di circa 350 tonnellate di immondizia. “Mi viene da pensare che qualche malintenzionato stia tentando di far fallire il nostro piano – ha attaccato il vicensidaco di Napoli, Tommaso Sodano – aver detto che in cinque giorni avremmo ripulito Napoli dai rifiuti non è stata una battuta di berlusconiana memoria, avevamo un piano operativo concreto. Non era una fantasia, ma una cosa detta sulla base di dati tecnici tecnici”. Sodano ha, inoltre, ribadito che il Comune sta lavorando per diventare “autonomo” sganciandosi da “un meccanismo che non funziona” fuggendo da una “logica di guerra tra i territori”.

La somma di tutti questi motivi ha reso, dunque, ancora più difficile la vivibilità. Le zone maggiormente penalizzate nella metropoli campano sono quelle del centro: Mercato, Montecalvario, San Giuseppe, Avvocata, Pendino, Stella e San Carlo all’Arena. Un po’ meglio la zona collinare del Vomero e dell’Arenella. La situazione continua a essere critica anche per il perdurare delle alte temperature che rendono l’aria irrespirabile. I sacchetti colmi di immondizia, molti dei quali squarciati, fermentano e perdono percolato su strade e marciapiedi che sono ormai impregnati di cattivi odori. Non si placa, inoltre, il fenomeno dei roghi illegali. Nel corso della notte sono stati circa trenta gli incendi dolosi domati dai vigili del fuoco: a essere interessate alcune zone del centro di Napoli, ma anche l’area a Nord.

E secondo i Verdi l’immondizia in strada è molta più di quella che si ammette ufficialmente. “Tra Napoli e provincia ci sono oltre 19 mila tonnellate di rifiuti per le strade” dicono il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli ed il presidente provinciale, Carlo Ceparano.  ”Dopo Quarto, Pozzuoli, Melito e Casoria anche Castellammare e Bacoli sono sommerse dai rifiuti – spiegano – .L’ unico ministero che il governo dovrebbe momentaneamente trasferire fuori da Roma e’ quello dell’ Ambiente a Napoli. Mentre i cittadini napoletani e campani soffrono di nuovo per l’emergenza rifiuti, si scopre che alcuni dirigenti del Comune di Napoli ed imprenditori milanesi del Nord sono accusati di aver rubato i soldi, svariati milioni di euro, che i napoletani versavano per pagare la Tarsu, la tassa sui rifiuti”.  ”Queste persone, per le quali, se sara’ confermata l’accusa, ci auguriamo condanne durissime ed esemplari – concludono – dovrebbero essere obbligate a vivere per il resto della loro vita nei pressi di una discarica, possibilmente abusiva e tossica, per capire il dolore, la sofferenza ed il fastidio di tanti cittadini onesti che pagano le tasse”