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Centrale di Porto Tolle: la Regione Veneto cambia la legge sul parco. Via libera al carbone

21 giugno 2011 0 commenti

tolleEra stata bloccata dal Consiglio di Stato, ora per la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle _ duramente avversata dagli ambientalisti, che con il loro ricorso erano riusciti ad ottenere lo stop al progetto_ si aprono concrete aspettative di disco verde (magistratura permettendo).

E’ infatti arrivata la contromossa della Regione Veneto nella partita a scacchi per la riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle – affare da 2,5 miliardi di euro – bloccata per motivi ambientali dal Consiglio di Stato: la soluzione individuata dai tecnici, e annunciata oggi dal governatore Luca Zaia, e’ la modifica della legge istitutiva del Parco del Delta del Po. In particolare, la modifica dell’art.30 della legge del 1997, che consentira’ la possibilita’ di riconversione a carbone della centrale.
 Senza questa modifica – lo aveva sottolineato nelle motivazioni lo stesso Consiglio di Stato – ”doveva essere applicata la legge regionale tuttora vigente, secondo cui nella zona di Porto Tolle possono essere costruite esclusivamente centrali alimentate da gas naturale o da fonte alternativa di pari o minore impatto ambientale”’.
 ”Oggi possiamo dire – ha spiegato Zaia – che la modifica dell’art. 30, come prevista nel provvedimento che abbiamo adottato ed inviato al Consiglio regionale per l’approvazione definitiva, ci
permettera’ di recuperare quasi il 90% del lavoro fatto in questi sei anni”. Zaia ha detto di non escludere ”per le intese che abbiamo”, una nuova decretazione del Ministero dell’ambiente ”per non
fare piu’ nemmeno il passaggio alla Via”. Il presidente veneto ha fatto presente che questa partita ”e’ stata concordata con i massimi funzionari dei ministeri dell’ambiente e dello sviluppo
economico”. La riconversione di Porto Tolle – e’ tornato a ricordare Zaia – vale 2,5 miliardi di opere, e lavoro per cinque anni a 3000 persone.

 Le reazioni positive al provvedimento della Regione sono arrivate a cascata, e in modo bipartisan. Fortemente critici invece gli ambientalisti, che con il Wwf hanno accusato Zaia di aver ”gia’ dimenticato il referendum” e di manomettere in questo modo il Parco del Delta ”per tutelare gli interessi di pochissimi”.
 Soddisfatti, al contrario, oltre ovviamente ai lavoratori dell’impianto elettrico i sindacati ed il mondo della politica, in modo bipartisan, che hanno salutato positivamente la scelta del governatore leghista. Commenti unanimi in senso favorevole sono arrivati sia dal Pdl, con Raffaello Vignali, che dal Pd, con  Marco Stradiotto, ed anche dal sottosegretario al lavoro Luca Bellotti, secondo il quale ”si e’ imboccata la strada giusta verso la soluzione di questo annoso problema”. Perche’ la modifica alla legge del Parco del Delta riapra la strada alla riconversione, bisognera’ attendere il via libera del Consiglio regionale Veneto. Zaia ha chiesto al presidente Clodovaldo Ruffato l’adozione di una procedura d’urgenza.

Si preparano invece a controbattere alla mosse dell’ente di Palazzo Balbi gli ambientalisti. ”Altro che tutela dei beni comuni – hanno detto i rappresentanti del Wwf -, le dichiarazioni del Governatore del Veneto Zaia sul nuovo ‘via libera’ alla riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle sono sconcertanti”. L’associazione protezionistica si e’ detto ancora piu’ preoccupata dalla ventilata possibilita’ di saltare il procedimento di valutazione di impatto ambientale. ”Si tratta di leggi dettate dall’Unione Europea – hanno ricordato – che verrebbero violate sfacciatamente e di cui l’Italia dovrebbe rispondere dinanzi ai giudici europei”.