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Il Noe vuole il sequestro dell’Ilva di Taranto. Richiesta respinta

26 giugno 2011 0 commenti

ilvaTarantoNiente da fare per il sequestro dell’Ilva di Taranto.

In una relazione di una settantina di pagine, piu’ allegati, consegnata nell’ambito dell’incidente probatorio relativo all’inchiesta sull’inquinamento che sarebbe stato determinato dall’Ilva di Taranto, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Lecce aveva chiesto l’emissione di un provvedimento cautelare reale, in sostanza il sequestro dello stabilimento siderurgico. Gli esami del Noe, che si e’ avvalso anche di video e fotografie, sono durati circa 40 giorni. Nell’inchiesta, che si trova nella fase delle indagini preliminari, sono indagati Emilio Riva, il proprietario, il figlio Nicola, e alcuni dirigenti. I reati ipotizzati sono disastro colposo, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto di cose pericolose, inquinamento atmosferico. Nell’Ilva sono occupate circa 13 mila persone piu’ altre migliaia dell’indotto.

Venerdì  sono stati prorogati di sei mesi dal gip del Tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, i termini per la consegna della perizia di cui si stanno occupando alcuni chimici e un ingegnere chimico per individuare il livello di inquinamento da diossina, Pcb, benzoapirene, Ipa. Il gip Todisco ha affidato l’incarico anche a tre esperti di epidemiologia per stabilire se ci sono dei collegamenti tra questi inquinanti e patologie croniche e decessi nell’area del capoluogo jonico.

La richiesta dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Lecce  non e’ stata però accolta dal Procuratore  della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio. La richiesta e’ stata formulata dopo che i controlli  hanno evidenziato una serie di anomalie come l’accensione delle torce di acciaieria.

In una nota uno dei legali dell’Ilva, l’avvocato Francesco Perli, ricorda ”come il Tar della Puglia, pronunciandosi sulle emissioni inquinanti del siderurgico di Taranto, ha annullato, con sentenza del 15 giugno 2011 l’ordinanza del Sindaco, Ippazio Stefano, in quanto emessa su dati e misurazioni non attendibili e riconoscendo come l’Ilva abbia già  realizzato tutti gli adeguamenti necessari per essere in linea con le migliori tecniche disponibili al momento esistenti”.

L’inchiesta fu aperta dopo le denunce sulle emissioni di benzoapirene e di diossina. ”Duole constatare – sottolinea l’Ilva in una nota – come il dibattito su inquinamento e industria sia sempre penalizzante per quest’ultima anche quando, come a Taranto, sono stati spesi negli ultimi dieci anni un miliardo di euro per la piena sostenibilità dell’impianto”.