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Il gallo cedrone a rischio estinzione

11 luglio 2011 0 commenti

gallocedroneSos in Italia per alcune specie di uccelli legate alla salute delle nostre foreste: gallo cedrone, fagiano di monte, astore di Sardegna e balia dal collare. Per questi animali infatti è scattato il ‘semaforo rosso': se non si migliorerà l’habitat, rischiano l’estinzione locale. Non si salvano nemmeno molte specie di picchi, giudicati in uno stato ‘insoddisfacente’ di tutela e per i quali è  scattato invece il ‘semaforo giallo’. E’ quanto emerge dai dati che emergono da un recente studio effettuato dalla Lipu-BirdLife Italia per il ministero dell’Ambiente sullo stato di conservazione dell’avifauna in Italia.  Secondo lo studio, se da una parte la superficie forestale italiana aumenta (siamo a 10,6 milioni di ettari, il 34,7% del totale), la struttura dei boschi appare poco diversificata e non idonea a ospitare gli uccelli. ”Una situazione che ci preoccupa non poco – sottolinea Marco Gustin, responsabile Specie Lipu-BirdLife Italia – perche’ un gruppo di specie, quelle piu’ rare e localizzate come gallo cedrone, fagiano di monte, astore di Sardegna e la balia dal collare, si trovano in una situazione di difficolta’ a causa della scarsita’ di foreste d’alto fusto, la cui diffusione invece permetterebbe una maggiore presenza sia di queste specie che di altre. E’ un gruppo di specie che rischia estinzioni locali se non si migliorera’ l’habitat in cui si riproducono”.

 Altre specie per le quali la Lipu registra uno stato ‘insoddisfacente’ di tutela sono l’astore, la tordela, il lui’ bianco e il lui’ verde, cosi’ come per i picchi: picchio nero, picchio rosso mezzano, picchio dalmatino,picchio tridattilo. Secondo Lipu per arginare questo fenomeno e’ fondamentale il ruolo della rete dei siti comunitari Natura 2000, ”a partire dalla protezione – spiega Claudio Celada, direttore Conservazione Natura Lipu-BirdLife
Italia – come ‘Zone di protezione speciale’ delle foreste vetuste e delle porzioni ancora prive di disturbo per gli animali. Ma anche attraverso le opportunita’ offerte dai cosiddetti ‘piani di sviluppo rurale”’. Secondo Celada ”un altro fattore importante e’ che le aree protette e i siti ad alto tasso di biodiversita’ siano collegati dal punto di vista ecologico tra di loro e non diventino isole di natura circondate da cemento e infrastrutture. Dunque occorre costruire una vera e propria rete di aree che assicurino la sopravvivenza delle specie”.

 Le foreste ospitano il 70% delle specie di uccelli a livello mondiale. Su quasi 7mila specie ”forestali”, un migliaio risultano essere globalmente minacciate. In Europa negli habitat di foresta boreale e temperata 12 specie su 76 sono in declino e solo una specie ha incrementato la propria popolazione. Tra il 1980 e il 2005 alcuni modelli statistici dell’Unione europea hanno registrato un declino del 14% per gli uccelli  comuni degli ambienti forestali, secondi dopo quelli degli ambienti agricoli (-43%).