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Mille delfini tursiopi nel Santuario Pelagos divisi fra italiani e francesi

11 luglio 2011 0 commenti

delfiniSono mille i delfini tursiopi che vivono nel Santuario dei Cetacei, nell’Alto Tirreno, circa 550 tra Liguria e Toscana, 400 tra Corsica e Francia. Le due popolazioni, italiana e francese, sono nettamente separate, stanno ciascuna nel proprio territorio e hanno sviluppato alcune tecniche di caccia diverse. Lo dimostra la ricerca internazionale ”Distribuzione, abbondanza e movimenti dei tursiopi nel Santuario Pelagos”, coordinata dall’Acquario di Genova.  Alla ricerca, pubblicata su Aquatic Conservation, hanno partecipato 14 istituti in Italia, Francia e Regno Unito, che dal 1994 al 2007 si sono occupati di studiare la presenza di questa specie di delfino nell’area marina protetta più grande del Mar Mediterraneo, con un’estensione di oltre 87.000 km quadrati. Il tursiope è il delfino più studiato e quello più utilizzato nei delfinari per la sua grande abilità nel compiere acrobazie fuori dall’acqua.

I principali risultati raggiunti dal pool di ricerca sono stati la stima del numero di tursiopi che abitano nel Santuario Pelagos e la descrizione della loro distribuzione e dei loro movimenti all’interno di quest’area.  Nel corso degli anni e’ stata stimata una popolazione di circa 1.000 individui con abitudini piuttosto stanziali: concentrati nelle zone di fascia costiera entro la batimetrica dei 200 metri, preferibilmente in acque con profondita’ inferiori ai 100 metri , questi animali hanno effettuano in media spostamenti di soli 50 km nel corso del periodo di studio Solo pochi esemplari hanno compiuto spostamenti significativamente piu’ lunghi, fino a un massimo di 427 km . Dallo studio è risultata una maggiore densità di individui nell’area orientale del Santuario, compresa tra il Golfo di Spezia e l’Arcipelago Toscano, e lungo la costa nordoccidentale della Corsica.

Un fatto curioso emerso dalla ricerca è la netta separazione tra le due sottopopolazioni che abitano queste zone: quella ligure-toscana, composta da circa 550 individui, e quella corso-francese, con circa 400 individui. La separazione, che curiosamente ricalca quella tra territori di lingua italiana e quelli di lingua francese, può essere riconducibile alle diverse caratteristiche geomorfologiche di queste due zone del Santuario. Le coste occidentali della Corsica e quelle della Costa Azzurra sono caratterizzate infatti da fondali rocciosi che scendono ripidamente verso le profondità; al contrario, quelle della Versilia e dell’Arcipelago Toscano presentano una piattaforma ampia, con fondali fangosi.

Queste differenze potrebbero aver prodotto una diversa specializzazione nelle tecniche di pesca delle due sottopopolazioni in esame. La specializzazione, che ha con ogni probabilità una forte componente culturale e si tramanda da generazione a generazione, consente alle popolazioni di sfruttare nel modo migliore le risorse a disposizione, ma produce anche un certo grado di isolamento rispetto alle popolazioni limitrofe.