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Greenpeace accusa l’UE: le nuove regole sulla gestione dei rifiuti radioattivi non bloccheranno l’export delle scorie

20 luglio 2011 0 commenti

scorie-radioattiveLe nuove regole Ue sulla gestione delle scorie radioattive dell’Ue non bloccano l’export in Paesi come la Russia. E’ questa l’accusa rivolta da Greeenpeace nei confronti della nuova direttiva approvata ieri a Bruxelles.   Secondo Greenpeace queste norme ”consentiranno a Ungheria e Bulgaria, Paesi che hanno attualmente accordi per l’esportazione di rifiuti nucleari in Russia, di continuare a tasferire materiale radioattivo”. Per Jan Haverkamp di Greenpeace Ue i governi europei ”scaricano il problema di lungo periodo a qualcun altro, mettendo gli europei a rischio permettendo pericolosi convogli di rifiuti radioattivi”. Secondo Haverkamp i paesi che invece affrontano la questione ”irrisolvibile” delle scorie ”finiscono per non affidarsi piu’ al nucleare”. La nuova direttiva consente l’export definitivo dei rifiuti del nucleare solo in ‘depositi geologici profondi’.

 ”In Russia e nel resto del mondo non ci sono depositi geologici profondi e non sarà possibile averne prima di 40 anni” replica Marlene Holzner, portavoce del commissario Ue all’Energia, Gunther Oettinger. Altro discorso e’ quello del ‘riprocessamento’ del materiale radioattivo, che viene trattato e torna indietro per essere riutilizzato, insieme alle scorie rimanenti. Secondo la Commissione Ue ”attualmente Ungheria, Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno contratti internazionali per il riprocessamento con la Russia, anche se rimangono sulla carta”. ”Altri accordi – aggiunge – riguardano alcuni paesi Ue che hanno reattori di ricerca, ma sono sempre rimasti sulla carta, quindi ora non ci sono export dall’Ue”.

Secondo i nuovi obblighi sanciti ieri a Bruxelles nell’Ue per la gestione e lo smaltimento di scorie e rifiuti radioattivi, generati da impianti nucleari ma anche dai settori di ricerca, industria, medicina e agricoltura, che dovrebbe paritre dal prossimo settembre, i singoli Paesi dovranno sottoporre i loro primi programmi nazionali nel 2015 indicando i tempi per la costruzione e le modalita’ di finanziamento dei depositi finali.
 Secondo il commissario Ue all’Energia, Gunther Oettinger, si tratta di ”un grande risultato per la sicurezza nucleare nell’Ue”. ”Dopo anni di inattivita’ – ha aggiunto Oettinger – l’Ue per la prima volta si impegna ad uno smaltimento finale delle scorie del nucleare. Con questa direttiva, l’Ue diventa la regione piu’ avanzata per una gestione sicura dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito”. Secondo la nuova direttiva sulla gestione dei rifiuti radioattivi e del combusibile esaurito, i programmi nazionali dei singoli Stati membri dell’Ue dovranno includere la tabella di marcia per la costruzione delle strutture di stoccaggio, la descrizione delle attività necessarie per la realizzazione dello smaltimento, valutazione dei costi e modalita’ di finanziamento. I piani nazionali saranno quindi esaminati dalla Commissione europea, che potra’ richiederne la modifica.
 Due o più Stati potranno condividere lo stesso centro di stoccaggio sul territorio di uno di loro, ma l’export delle scorie nucleari al di fuori dell’Ue e’ consentito solo a condizione che il paese terzo abbia un deposito finale operativo, che per le scorie altamente radioattive viene definito come un ‘deposito geologico profondo’. Attualmente non ne esistono di questo tipo e serve un minimo di 40 anni per progettarne e costruirne uno. L’esportazione verso i Paesi di Africa, Caraibi, Pacifico e in Antartide è espressamente vietata.  Sul fronte della sicurezza inoltre, le regole dell’Agenzia dell’energia atomica internazionale diventano legalmente vincolanti, mentre le informazioni dovranno essere disponibili per il pubblico e i lavoratori, con la possibilita’ di partecipare alle decisioni. Gli Stati membri sono anche invitati, almeno ogni dieci anni, ad effettuare revisioni da parte di terzi e a scambiare esperienze per assicurare l’applicazione dei massimi standard.