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Allarme plastica in mare, presente in 267 specie

28 luglio 2011 0 commenti

tartarughe-marineSono almeno 267 le specie nei cui stomaci si trovano pezzi più o meno grandi di plastica, tra cui tartarughe marine. Il dato lo fornisce il Wwf. Uno studio ha rivelato che l’80% delle tartarughe rilevate in Mediterraneo occidentale presentava rifiuti nello stomaco. Uno studio recente afferma che in Mar Adriatico una tartaruga Caretta caretta su 3 ospita nel proprio stomaco non i soliti resti di molluschi, granchi o pesce, ma sacchetti della spesa, imballaggi, cordini, polistirolo espanso, filo per la pesca. Anche uccelli marini (il 44% di tutte le specie marine) e mammiferi marini (43%) sono colpiti: in particolare gli odontoceti (delfini, capodogli, orche). Nello stomaco dei 7 esemplari di capodogli spiaggiati a Manfredonia nel dicembre 2009 e’ stato rinvenuto fino a 1 chilo di sacchetti di plastica.
 

Secondo una campagna ancora in atto – spedizione M.e.d. (‘Mediterranee en danger’) che durera’ fino al 2013 lungo i litorali di Francia Spagna e Nord-Italia – esistono 250 miliardi di micro particelle di plastica, per complessive 500 tonnellate. Un ammasso di coriandoli altamente tossico che finisce nel plancton e dunque contamina tutta la catena alimentare con gravi rischi anche per la salute umana.  Il Mediterraneo – ricorda il Wwf – con i due milioni e 500.000 mila chilometri quadrati di superficie ed un perimetro di coste di 22 mila chilometri, una profondita’ massima di poco piu’ di 5mila metri, ospita una delle varieta’ di specie piu’ alta del pianeta: 17.000 tra animali e vegetali. Un prezioso Hot spot di biodiversita’ che tutto il mondo ci invidia e ogni anno vede 220 milioni di turisti concentrati in uno spazio che rappresenta appena l’1% dei mari del mondo.  La qualita’ del Mediterraneo dipende da molti fattori: pesca sostenibile, relitti senza veleni, aree protette che funzionino, coste libere da cemento abusivo, fondali vitali e liberi da trivellazioni, turisti responsabili, biodiversita’ in espansione, navi dotate di strumentazioni che possono ridurre il rischio di collisione con i cetacei e un popolo di mare ‘responsabile e attento dove ognuno fa’ la propria parte.  Il WWF ha lanciato l’iniziativa ‘Mediterraneo Doc’ ed un ‘Manifesto per la qualita’ del Mare Nostrum’