Agosto, mare mio non ti conosco
2 agosto 2011
Bando alla filosofia, andiamo ai fatti.
La società Acquedotto Pugliese S.p.a in febbraio chiede l’autorizzazione di scaricare nel Canale Reale reflui depurati provenienti dall’impianto di depurazione di Carovigno.
Il Canale Reale scarica nell’area marina protetta di Torre Guaceto, proprio in zona A, la zona integrale del parco. Scarica in una zona di importanza comunitaria.
Lo scarico in mare consterà di 10.000 m3 al giorno di acqua dolce depurata, ma ricca di materiale organico sospeso. E ciò avrà notevoli conseguenze ecologiche sul sito d’importanza comunitaria.
L’ Acquedotto Pugliese S.p.a chiede 120 giorni, dall’attivazione dello scarico, per la messa a regime dei processi depurativi, e ciò comporterà nei primi mesi – così pare – lo scarico in zona A di acque non sufficientemente depurate.
L’apertura dello scarico è a giorni.
Chissenefrega?
E’ una questione di spazio, di tempo, di denaro? Di ignoranza? Di incapacità di dare il giusto valore ai servizi ecosistemici?
In una analisi di costi e benefici, questa questione non va risolta con la sfida stantia del “partito del fare” contrapposto agli “ambientalisti del no”.
Ci costerà danneggiare un sito d’importanza comunitaria. Ci costerà danneggiare un’area marina protetta. E’ logico.
Mi chiedo se questi costi sono stati valutati. L’economia ambientale non è un gioco per illusi amanti dei pesciolini. Due domande su tutte: il Canale Reale può mangiarsi il reddito dei pescatori (guarda caso, anch’essi, di Carovigno) che pescano a Torre Guaceto? Chi risponderà alla Comunità Europea dei danni al sito d’importanza comunitaria in zona A?
Mi chiedo se qualcuno ha già le risposte pronte.
Spero di sbagliarmi, ma non credo proprio.
Marco Costantini