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Lo scioglimento dei ghiacci crea nuove rotte nell’Artico

20 agosto 2011 0 commenti

articoIl riscaldamento globale, si sa, causa lo scioglimento dei ghiacci e delle calotte polari. Questo pero’ sta dando luogo a un fenomeno meno noto, ovvero: la creazione di nuove rotte commerciali nell’Artico e l’ampliamento dell’accesso al cosiddetto “passaggio a Nord Est”. Secondo il Financial Times, questo fenomeno sta aprendo la strada verso veri e propri “tesori nascosti” che riguardano le risorse energetiche.

 Le veloci trasformazioni che stanno interessando quel Nord una volta inaccessibile sollevano anche “spinose questioni strategiche, legali e logistiche per le cinque nazioni – Canada, Danimarca, Norvegia, Russia e Stati Uniti – che hanno giurisdizione sulle terre dell’Artico e sulle sue acque”. La faccenda potrebbe avere conseguenze sull’attuale politica di cooperazione delle nazioni interessate, “che spesso camuffano i propri interessi celandoli sotto vecchi sentimenti nazionalisti di sovranita’ sull’Artico”, dichiara al quotidiano britannico Michael Byers, professore di diritto internazionale alla Unversity of British Columbia.

 Rischi e inospitalita’ del luogo non servono a smorzare gli interessi che riguardano le risorse naturali, anzi: la maggiore facilita’ di navigazione causata dal riscaldamento globale, aumenta la velocita’ della corsa all’oro. Dove per oro si intende “quel 13% delle riserve mondiali di greggio ancora non sfruttate e un terzo dei depositi di gas naturale che giacciono sotto l’Artico”, si legge sul Financial Times.Gia’ molte compagnie dell’Europa Occidentale hanno iniziato a preparare il terreno a possibili acquisizioni e joint ventures nel nord della Russia come il modo piu’ semplice per guadagnarsi l’accesso a queste riserve. Altro motivo di disputa potrebbe diventare l’attivita’ di pesca nel Mare Artico. Gli esperti prevedono una forte migrazione di pesci verso le acque piu’ calde dell’Artico, che insieme con la scarsita’ di pesce negli altri mari attirera’ i pescherecci cinesi, giapponesi e sud coreani.

 “I confini commerciali della pesca sono destinati a cadere molto presto”, secondo Scott Highleyman, direttore del Pew Charitable Trusts’ International Arctic Programme, per il quale questo avverra’ nei prossimi cinque anni, “anche se c’e’ gia’ una nave cinese che sta conducendo ricerche nell’area”.